Accusato di estorsione Calciatore viene assolto

Per l’accusa aveva chiesto soldi a un uomo che gli aveva inviato foto hot . Lo sportivo ieri ha raccontato un’altra verità su come sono andati i fatti.

Accusato di estorsione  Calciatore viene assolto

Accusato di estorsione Calciatore viene assolto

"Se non mi dai i soldi, ti rovino la vita: pubblico la foto in cui sei nudo su tutti i social network". Sarebbe suonata così la minaccia ricevuta da un uomo residente a Vezzano, che sarebbe stato costretto a pagare una somma di 100 euro su una carta Postepay.

Secondo l’iniziale ricostruzione investigativa, sarebbero stati un calciatore 23enne che milita in una squadra di dilettanti del Lazio, e un’altra persona rimasta ignota, a realizzare l’estorsione ai danni del reggiano.

Lo sportivo, in particolare, era accusato di aver conosciuto tramite Instagram l’uomo che abita in Appennino: spacciandosi per una donna, lo avrebbe convinto a inviargli un suo scatto in cui appariva come mamma lo aveva fatto. Poi il calciatore lo avrebbe costretto a fare una ricarica da 100 euro sulla Postepay, in concorso con il secondo soggetto – quello non identificato – al quale aveva permesso l’uso della propria card.

La vicenda, datata 29 agosto 2022, è stata al centro di accertamenti promossi dai carabinieri e coordinati dal pubblico ministero Isabella Chiesi, che in giugno aveva chiesto per lo sportivo. Ieri il fascicolo è approdato davanti al giudice dell’udienza preliminare Luca Ramponi: il calciatore, di origine straniera e residente in Italia con la famiglia, ha fatto dichiarazioni spontanee, raccontando un antefatto. Ovvero di aver incontrato a Roma, alla stazione Termini, un giovane straniero, da lui non conosciuto, che gli aveva chiesto 100 euro per poter andare in Francia.

Secondo il suo racconto, il 23enne ha prelevato questa cifra per dargliela, chiedendo in cambio di caricarla poi sulla sua Postepay.

Durante la discussione, il pm stesso ha chiesto che il giovane fosse prosciolto dall’accusa. L’avvocato difensore del calciatore, Elisabetta Strumia, ha rimarcato che il suo assistito era in assoluta buonafede quando si è prestato all’uso della propria card per ricevere i soldi, in quanto credeva di aiutare un ragazzo in difficoltà a raggiungere il Paese d’Oltralpe.

Il gup Ramponi ha concordato con la richiesta avanzata da entrambe le parti e ha emesso per il calciatore sentenza di non luogo a procedere "per non aver commesso il fatto".

Alessandra Codeluppi