Accusato di rapina e tentato omicido di un poliziotto L’ex latitante georgiano non risponde al giudice

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Si chiama Irakli Doghonadze ed è nato nel 1994 il georgiano rintracciato e catturato in Ungheria dopo dieci anni di latitanza. Estradato in Italia, ora si trova nel carcere di Rebibbia: secondo quanto ricostruito dalla polizia di Stato, lui era tra i quattro connazionali sorpresi a rubare nella notte tra il 9 e il 10 luglio 2012 nelle cantine di via Mantegna. La segnalazione di un residente attivò l’intervento della questura: all’arrivo della pattuglia, i georgiani si scagliarono contro gli agenti con calci, pugni, tenaglie e pinze. Uno di loro riuscì a impossessarsi di una delle pistole di ordinanza, la puntò sulla fronte di un poliziotto e premette diverse volte il grilletto. Il colpo non fu esploso perché nell’arma era stata inserita la sicura. Gli agenti riuscirono a trattenere due di loro sul momento, mentre un altro fu arrestato nel settembre 2012. Per arrivare al rintraccio del quarto uomo, le ricerche si sono estese a livello internazionale. Grazie alla cooperazione tra polizia di Stato, Procura e autorità georgiane, Doghonadze è stato individuato a Budapest e raggiunto da un mandato di arresto europeo. Nel fascicolo che riguardava lui e gli altri tre complici, erano state formulate le accuse di rapina impropria e tentato omicidio. Ieri il giovane, videocollegato da Rebibbia, e difeso dall’avvocato Cecilia Soliani, è comparso davanti al gip Luca Ramponi per l’interrogatorio di garanzia: ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. al.cod.