GABRIELE GALLO
Cronaca

Addio a Teresa Vergalli, ’Anuska’. Entrò nella Resistenza sedicenne

L’ex staffetta (e poi attivista nell’Udi) si è spenta a 97 anni a Roma. Riposerà nella sua Bibbiano. Giovanissima partigiana, aveva una rivoltella: "L’avrei usata contro di me per non cedere alle torture".

L’ex staffetta (e poi attivista nell’Udi) si è spenta a 97 anni a Roma. Riposerà nella sua Bibbiano. Giovanissima partigiana, aveva una rivoltella: "L’avrei usata contro di me per non cedere alle torture".

L’ex staffetta (e poi attivista nell’Udi) si è spenta a 97 anni a Roma. Riposerà nella sua Bibbiano. Giovanissima partigiana, aveva una rivoltella: "L’avrei usata contro di me per non cedere alle torture".

L’anagrafe non perdona, ma la memoria dell’opera compiuta resterà nel ricordo dei martiri e nei racconti tramandati ai posteri da chi è sopravvissuto a quel tempo buio. Con la morte, ieri mattina a Roma dove risiedeva da tempo, a 97 anni, di Teresa Vergalli, Reggio perde un altro protagonista della lotta partigiana durante la guerra civile italiana 1943-1945.

Il quarto in meno di un anno dopo la scomparsa di Giglio Mazzi, Giacomo Notari e Giacomina Castagnetti; quest’ultima staffetta delle brigate Garibaldi, come la stessa Vergalli; la quale, col nome di battaglia di "Anuska", appena 16enne aderì alla Resistenza. Nata a Bibbiano nel ottobre del 1927, assiste alla persecuzione di suo padre Prospero, noto antifascista, da parte della polizia del regime. A prezzo di grandi sacrifici economici da adolescente si iscrive all’Istituto Magistrale. Ma deve interrompere gli studi quando l’orrore della guerra arriva nel nostro territorio. Da giovanissima, ma abile, staffetta partigiana non solo è scelta per portare messaggi o documenti, ma anche accompagnare dirigenti e responsabili militari di tutto il Nord Italia. Sfugge diverse volte per un soffio alle retate nazifasciste, portando sempre con sé una piccola rivoltella "non per sparare ai tedeschi – dirà anni dopo- ma per usarla contro di me se mi avessero catturata, per non cedere alle torture". Dopo la liberazione conclude gli studi e nel dopoguerra si distingue come attivista politica nell’Udi, l’Unione Donne Italiane. E’ in questo periodo che lascia Reggio con Claudio Truffi, l’uomo della sua vita, che sposa nel giugno del 1948 e con cui avrà due figli: Alberto e Corrado. Nel 1975 inizia a insegnare, con metodi didattici innovativi per il periodo, nuove metodologie nell’insegnamento della Storia; che porta anche a Reggio organizzando un gemellaggio con una scuola cittadina. Dopo la pensione ha testimoniato, in tutta Italia, la sua esperienza partigiana.

Tra i libri a lei dedicati: "Storia di una staffetta partigiana", uscito nel 2004 e "Una vita partigiana", edito nel 2023. In tempi recenti aveva aperto anche un seguitissimo blog. L’ultimo intervento è dello scorso febbraio. Forse presagendo di dover salire sull’ultimo giro di giostra Teresa scrive: "Con gli ultimi guizzi di energia voglio scrivere qualcosa di allegro. Veramente allegro, voglio parlare della vecchiaia" raccontando la giornata quotidiana di una quasi centenaria e dalle gioie dategli dall’ultimo nipotinio:" È così bello vederlo saltare da una stanza all’altra, meravigliato dalla coperta a triangoli di tutti i colori. La mia solitudine ha preso tutti quei colori e oggi anch’io me ne rallegro". Chi vorrà ricordare la vita e le opere di Teresa Vergalli potrà farlo martedì 20, dalle 15 alle 18.30 presso la Sala Polivalente del teatro di Bibbiano. La salma sarà poi tumulata nel cimitero locale.