
Non ce l’ha fatta. Giacomo Crovetti, 71 anni, stimato medico di famiglia, si è spento nel pomeriggio di ieri all’ospedale Santa Maria nuova.
Troppo grave il trauma alla testa riportato nella caduta in bicicletta, sette giorni fa.
Un episodio dai contorni ancora non del tutto chiari: il dottore pedalava sul tratto asfaltato di via Monterampino, nei pressi del cimitero nuovo di Albinea, quando avrebbe perso improvvisamente l’equilibrio. La famiglia teme che la caduta sia stata provocata da qualcuno e ha invitato eventuali testimoni a riferire, mentre la Polizia locale sta cercando di raccogliere degli indizi attraverso le immagini delle telecamere. Proprio per questo, il funerale – che era già stato fissato – è stato rinviato ieri sera su disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha avocato la salma.
Doveva proprio essere scritto nel destino. Un destino che non ha risparmiato niente a un uomo di grande umanità, una persona colta, equilibrata e felice che si sarebbe meritata soltanto delle gioie.
Crovetti era già stato vittima di un grave incidente nel 1999. Era a piedi, stava attraversando viale Manara, a poche decine di metri dalla sua abitazione e del suo ambulatorio. Venne urtato da un’auto che lo scaraventò sotto un’altra vettura che stava sopraggiungendo. Si salvò, ma dopo una lunga riabilitazione dovette rinunciare alla sua professione.
I pazienti in realtà, non si sono mai dimenticati di lui, della sua infinita pazienza, del suo intuito professionale, delle sue citazioni rassicuranti e dotte insieme ("sai, potrebbe essere il Fuoco di Sant’Antonio. Provoca un dolore urente, ma tu adesso prendi subito queste medicine"), dell’innata eleganza di questa figura longilinea. Ma nemmeno lui aveva dimenticato i suoi pazienti. Era capace di fermare l’auto e abbassare il finestrino solo per lanciarti un complimento, con la solita, generosa gentilezza.
Tifoso dell’Inter, "Jimmy", era un grande sportivo: tennista, camminatore infaticabile, poi ciclista. L’anno scorso, per il compleanno numero 70, la famiglia gli aveva regalato proprio questa bici a pedalata assistita, che lui si godeva lungo le strade meno trafficate, come via Monterampino.
Giacomo lascia i figli Filippo e Federico, la sorella biologa Francesca, il fratello Sandro, famoso dirigente sportivo. Soprattutto, lascia un ricordo indelebile in chi l’ha conosciuto.
a.fio.