BENEDETTA SALSI
Cronaca

Addio alla signora degli asili. Portò il modello Reggio nel mondo

È morta a 78 anni Carla Rinaldi, pedagogista e presidentessa onoraria della Fondazione Children. Ha cambiato la storia dell’educazione, esportando il metodo-pilota del suo maestro Malaguzzi in tutto il pianeta

Loris Malaguzzi (foto a sinistra) lanciò il metodo, Carla Rinaldi (a destra con dei bambini) ha portato il modello reggiano nel mondo: nei giorni scorsi 380 educatori da 44 Paesi erano a a Reggio per imparare il metodo

Loris Malaguzzi (foto a sinistra) lanciò il metodo, Carla Rinaldi (a destra con dei bambini) ha portato il modello reggiano nel mondo: nei giorni scorsi 380 educatori da 44 Paesi erano a a Reggio per imparare il metodo

Aveva una visione, mai banale, Carla Rinaldi. Tanto coraggio e una personalità che non si potevano evitare, portati in quel suo corpo minuto e in quella chioma bionda sempre impeccabile. È morta ieri a 78 anni nella sua città, la presidente onoraria della Fondazione Reggio Children, pedagogista di valore internazionale che con il suo pensiero ha contribuito a cambiare la storia dell’educazione, portando l’impronta degli asili più belli del mondo in giro per il pianeta. Il suo cuore ha smesso di battere al culmine di una malattia con cui combatteva da qualche tempo.

Era il 1971 quando lei, giovane educatrice, tesseva la tela dell’insegnamento del suo maestro, nel primo asilo comunale di Reggio Emilia. Da allora, e negli anni, è diventata "la più diretta erede di Loris Malaguzzi, il pedagogista che ha fondato il Reggio Children Approach, e ha saputo tradurre e rinnovare quel pensiero per il nostro tempo, allargandone l’orizzonte, portandolo oltre i confini dell’Italia, facendo della pedagogia reggiana un linguaggio universale, parlato in tante lingue e riconosciuto in tutto il mondo", ricorda Francesco Profumo, ex ministro e oggi presidente della Fondazione Reggio Children-Centro Malaguzzi, succeduto proprio alla Rinaldi. "Per Carla – prosegue Profumo – i bambini erano cittadini a pieno titolo, portatori di diritti, di intelligenza, di bellezza. Mai ’piccoli adulti’, ma persone intere, capaci di pensiero e immaginazione, con il diritto di essere ascoltati e di vivere in contesti educativi che rispettino e valorizzino la loro unicità. Questo sguardo ha cambiato il modo di fare scuola in molte parti del mondo. Ha cambiato anche la formazione degli insegnanti, dei pedagogisti, dei genitori. Ha reso l’educazione una questione civile e collettiva".

La sua scomparsa lascia un vuoto enorme nella "città dei bambini", quella Reggio Emilia che ogni anno è meta di pellegrinaggi da parte di centinaia di educatori da ogni continente, che arrivano in città proprio per studiare quegli asili consacrati da una copertina di Newsweek nel 1991, come i "più belli del mondo". "Una persona di intelligenza, vivacità e umanità senza eguali, che ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra storia e nella nostra cultura", ha detto il sindaco Marco Massari.

"Lei, che fino all’ultimo minuto della sua vita si è specchiata e riconosciuta in quella esperienza educativa che ha contribuito a portare in tutto il mondo, ha sempre rappresentato quella ’nostalgia del futuro’ di cui il suo maestro Malaguzzi parlava per indicare il piacere dell’apprendere. Ha attraversato 50 anni di pedagogia, diventando un’icona, un monumento vivente che non perdeva occasione per sottolineare la forza del cambiamento, di incoraggiare le più giovani, di riporre fiducia nel mondo: perché ’la vita è vita finché esiste, e forse anche dopo’", ricordano commossi i suoi discepoli di Reggio Children.