Si è spento a 89 anni Eugenio Ferri-Ricchi, che aveva il titolo di barone e che – per molti versi – è stato un personaggio di una straordinaria modernità per la nostra città.
Nato a Roma, figlio di Laura Terrachini, a sua volta figlia di Eugenio Terrachini (prestigiosa figura del mondo imprenditoriale nei primi ’900), tornò a Reggio negli anni Cinquanta per gestire le attività immobiliari, le costruzioni, il restauro di Villa Ottavi, nel parco Terrachini, sulla via Emilia per Parma, dove tuttora vivono i suoi eredi, perpetuando la tradizione di famiglia.
Appassionato di equitazione, Eugenio fu tra i fondatori – nel 1967 – del Cere di Albinea. Innamorato del volo, pilota, fu a lungo presidente dell’Aeroclub, contribuendo alla crescita del sodalizio. Gli amici ne ricordano anche l’impegno – da presidente – nell’Associazione delle dimore storiche.
Insomma, Ferri-Ricchi – attento a gestire sia il lavoro sia l’impegno sociale – metteva le proprie passioni al servizio della città, dandole un tocco di modernità internazionale.
Tra gli interessi più vivi, quello della caccia: con gli amici partiva per l’Africa per lunghi safari, com’era in voga allora tra gli uomini d’affari. Fervente cattolico, era cavaliere del Santo Sepolcro.
Eugenio lascia i figli Alberto e Amedeo, con le rispettive famiglie. Stasera, alle 19, nella chiesa dello Spirito Santo, in via Mascagni, sarà celebrato un rosario. I funerali domani, alle 11, nella stessa parrocchia. "È stato un papà eccezionale", dicono all’unisono, con gratitudine, i figli Alberto e Amedeo. "Il suo esempio quotidiano è stata la migliore educazione possibile".