Addio Rally dell’Appennino: non si farà "Quella tragedia resta una ferita aperta"

I sindaci di San Polo e Canossa confermano che non sono state richieste le autorizzazioni per disputare la storica gara

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di Nicola Bonafini

L’edizione 2022 del Rally dell’Appennino non si terrà. Non ci sono state comunicazioni ufficiali, ma è ormai certo che la kermesse motoristica che per oltre quarant’anni ha attratto tanti appassionati -e non solo – sulle stradine del nostro Appennino non verrà svolta. Ancora troppo fresca e troppo profonda la ferita lasciata dall’immane tragedia avvenuta nell’edizione dell’anno scorso (che per altro tornava dopo lo stop forzato a causa della pandemia): dove, a seguito di un’uscita di strada, un’auto in gara (La Peugeut 208 guidata dal modenese Claudio Gubertini con al fianco il navigatore reggiano Alberto Ialungo) è volata su una collinetta adiacente al percorso lasciando a terra i corpi senza vita di Davide Rabotti, di Reggio, e di Cristian Poggiolo di Lama Mocogno (in provincia di Modena). A distanza di poco meno di un anno dalla tragedia, sull’idea di disputare il Rally anche quest’anno è calato un silenzio colmo di dolore.

"A noi come Amministrazione Comunale non è pervenuta alcun tipo di richiesta per quelle che sono le materie di nostra competenza, per essere parte attiva di un’organizzazione di un evento di questo tipo – chi parla è Franco Palù, sindaco di San Polo, uno dei primi ad accorrere sul luogo dell’incidente , e Primo cittadino di uno dei Comuni maggiormente interessati dal passaggio del Rally -. Nessuno degli organizzatori ci ha coinvolti per dare vita a questo evento". Da quanto emerge, tutto il comitato organizzatore si è chiuso nel più stretto riserbo, dopo quanto accaduto l’anno scorso: "Carbognani? Dopo quanto avvenuto l’anno scorso non l’ho più sentito – prosegue Palù -. Non so che intenzioni abbia, e non mi sento di biasimarlo. La portata di quanto è successo nell’agosto scorso non è qualcosa che si possa spiegare a parole". Di sicuro c’è che per una comunità come quella sanpolese, il non avere un evento di livello nazionale come il Rally dell’Appennino è qualcosa che va al di là del semplice evento sportivo: "Assolutamente. Per tutti noi che abbiamo vissuto e viviamo in queste terre, era un momento di grande aggregazione – ricorda Palù -. Io stesso quando ero un ragazzino non vedevo l’ora che arrivasse il Rally, per fare la notte con i miei amici ad attendere il passaggio delle auto in gara. Era un rituale quasi. Qualcosa che identificava tutti noi e ci rendeva partecipi di un qualcosa di straordinario". Palù fu uno dei primi ad accorrere sul luogo della tragedia quel 28 agosto del 2021: "Cosa ricordo? Quei due teli bianchi appoggiati sui corpi senza vita è qualcosa che faccio fatica a dimenticare. E poi questa tragica fatalità, per cui in una strada che da un breve rettilineo svoltava a sinistra, ci si è trovati una vettura che è andata dritta senza un’apparente spiegazione razionale. Ma qui toccherà alla magistratura capire il perché di una cosa così tragicamente particolare".

"Nemmeno noi come Amministrazione del Comune di Canossa abbiamo ricevuto alcun tipo di richiesta per poter organizzare il Rally – conferma Luca Bolondi primo cittadino di Canossa -. Sinceramente io non mi sono permesso di spingere perché questo avvenisse. E’ chiaro che quanto successo l’anno scorso rimane una ferita aperta per me personalmente visto che conosco i genitori di una delle vittime e per tutto il nostro territorio. Quindi, ritengo che, almeno per quest’anno il Rally non si faccia proprio. Oltretutto saremmo già in ritardo. Per le questioni di nostra stretta competenza, occorrono almeno due mesi per pianificare, autorizzare, e dare seguito a tutto. E’ un peccato – conclude Bolondi – ma dopo quanto successo l’anno scorso, è comprensibile".