Reggio Emilia combatte al fianco di Adelina 113

Ex prostituta, è diventata il simbolo della lotta al racket: ora è gravemente ammalata ed è scattata la mobilitazione per aiutarla

Da sin. Maria Laura Mantovani, Adelina 113 (all’anagrafe Alma Sejdini) e Marzia Schenetti

Da sin. Maria Laura Mantovani, Adelina 113 (all’anagrafe Alma Sejdini) e Marzia Schenetti

Reggio Emilia, 10 gennaio 2020 - Una Reggio dal cuore grande, protagonista nella storia senza lieto fine di Adelina Adeluna (all’anagrafe Alma Sejdini), l’ex prostituta di origini albanesi che ha fatto della lotta al racket della prostituzione una ragione di vita.

Liberata della sua inumana condizione, deve ora affrontare un’altra tragica odissea: quella del tumore al seno diagnosticatole nella primavera scorsa e divenuto ora metastatico. Dopo il danno, però, arriva anche la beffa. Nonostante gli essenziali aiuti forniti alle forze dell’ordine italiane per fermare lo sfruttamento sessuale di tante donne come lei – che hanno portato a quaranta arresti complessivi – Adelina 113 (questo il suo ‘nome d’arte’, in chiaro riferimento al numero da comporre per le segnalazioni di emergenza) è costretta oggi a vivere nella miseria, senza la forza economica necessaria per affrontare i cicli di chemioterapia.  

Alla donna, infatti, non è ancora stata riconosciuta la cittadinanza italiana, condizione necessaria affinché l’Inps possa concedere i sussidi economici, una pensione e l’accompagnamento di cui lei, ammalata di cancro, avrebbe diritto e disperato bisogno. Ma questa triste vicenda tocca da vicino anche noi reggiani. Adelina – ora residente a Pavia in una stanza concessale dalla curia - ha infatti segnalato alla redazione del Carlino come negli ultimi mesi molti aiuti economici siano giunti dalla nostra città, in quella che a tutti gli effetti definisce "Una dimostrazione di affetto e solidarietà senza eguali, e totalmente inaspettata".

Tutto ha inizio il 23 ottobre dell’anno scorso, quando Adelina viene convocata in Senato per tenere una conferenza in merito all’indagine conoscitiva sul fenomeno della prostituzione. Qui incontra la senatrice carpigiana ma residente a Correggio Maria Laura Mantovani, che prende a cuore la tragica situazione della donna, segnata dal settimo ciclo di chemioterapia. Inizia così l’odissea costituzionale delle due, che, grazie all’aiuto della cantautrice reggiana Marzia Schenetti (suo il brano ispirato alla storia di Adelina 113, dal titolo ‘L’amore e il veleno’), organizzano una petizione presentata direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui si richiede il riconoscimento dei meriti – e della cittadinanza – alla ‘donna coraggio’.

Nel frattempo, però, la coscienza collettiva viene scossa: le due offrono aiuti economici a Adelina, che non riesce a sostenere le ingenti spese delle cure, e altri cittadini reggiani versano sul suo conto piccoli contributi mensili: "Ogni mese, ad esempio, mi arriva tramite Postepay un accredito di 40 euro di un reggiano che non ho mai conosciuto" commenta la donna, visibilmente affaticata dalla grave condizione di salute. "Si chiama Vincenzo, e come tanti altri, mi sta aiutando moltissimo".

Adelina non riesce a spiegarsi il motivo dell’aiuto che le sta giungendo dalla nostra città: "Maria Laura e Marzia sono venute a trovarmi la prima volta con una telecamera, per poter testimoniare la mia condizione attuale. Quelle ad essere intervistate, però, sono state loro – sorride affaticata –. Ho chiesto cosa le spingesse a venire fino a Pavia per me, ad aiutarmi con la spesa delle medicine e dei nuovi vestiti (è calata sensibilmente di peso a causa della chemioterapia; ndr), a presentare una petizione direttamente a Mattarella".

Per quasi vent’anni Adelina ha collaborato con le forze dell’ordine, le procure e numerose associazioni; ha partecipato ad iniziative, convegni, dibattiti in Senato; ha anche scritto tre libri. Tutto questo per sensibilizzare gli italiani in merito al traffico di esseri umani che porta migliaia di donne come lei a trasformarsi in schiave sessuali. "Ma non è bastato – continua la donna – perché per lo stato non sono nulla". Nella petizione, scritta e consegnata dalla cantautrice Schenetti, si legge: "È sconcertante, signor Presidente, che in tutti questi anni, nonostante l’attivismo di Adelina, nessuno si sia mosso al fine di darle quel minimo di riconoscimento, quale la tranquillità di esistere per lo stato al quale ci si presta". Adelina però combatte, tiene la testa alta, e non si arrende: "Non voglio chiedere elemosina, ma solamente ciò che mi spetta. In attesa di quel che succederà in futuro, tengo a ringraziare di cuore i reggiani, Marzia e Maria Laura per l’aiuto prezioso che mi stanno offrendo. Da sola sarei perduta".

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