Processo Aemilia, si attende la sentenza. Giudici in isolamento

Allestite camere da letto personali in questura per sicurezza dei tre magistrati

L’inizio del processo Aemilia (foto Artioli)

L’inizio del processo Aemilia (foto Artioli)

Reggio Emilia, 16 ottobre 2018 - Si è chiuso oggi, con la 195esima udienza, il dibattimento del processo Aemilia, il più grande procedimento che si sia mai svolto al nord contro le infiltrazioni mafiose. Le accuse, in particolare, ruotano attorno al clan ’ndranghetista di Cutro, capeggiato da Nicolino Grande Aracri. Ora i tre giudici del collegio, Francesco Maria Caruso, Cristina Beretti e Andrea Rat si chiuderanno in camera di consiglio per scrivere la sentenza; che è attesa non prima di due settimane.

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Su richiesta dello stesso collegio, per la sicurezza dei tre magistrati, la questura di Reggio Emilia ha messo loro a disposizione tre camere da letto, separate, con bagno interno personale. Stanze che, normalmente, sarebbero occupate dal reparto femminile della questura e che si trovavano vacanti dall’estate. Per l’occasione sono state ridipinte, è stato cambiato l’arredamento. Le migliorie, a spese del ministero dell’Interno, rimarranno a vantaggio del personale della questura di Reggio.

A pochi passi di distanza delle tre camere da letto c’è la Sala Palatucci, una stanza affrescata (ex chiesa del vecchio convento in cui oggi è ospitata la questura di Reggio Emilia). Lì i tre membri del collegio lavoreranno tutti assieme alla stesura della sentenza; in un angolo della sala sono stati allestiti divani e tv; nella prima parte tre scrivanie. Sulle pareti ci sono le centinaia di fascicoli di Aemilia.

I tre giudici, dal pomeriggio di oggi, non usciranno mai dalla questura fino al momento in cui verrà letta la sentenza. Anche i pranzi e le cene saranno serviti in una piccola area isolata, all’interno della mensa di via Dante Alighieri.

La questura è protetta da videosorveglianza e muri alti oltre cinque metri. Per qualsiasi necessità o emergenza i tre giudici – che sono in isolamento – potranno chiamare soltanto il dirigente della Digos. Il questore Antonio Sbordone ha inoltre disposto, dalle 13 oggi, una ulteriore vigilanza esterna della questura 24 ore su 24.

L’operazione Aemilia scattò all’alba del 28 gennaio 2015, quando vennero arrestate 117 persone; 224 gli indagati. Il processo in abbreviato ha visto 60 imputati (già giudicati in secondo grado, è attesa la Cassazione per la prossima settima).

Il dibattimento, invece, è iniziato nell’aula bunker allestita ad hoc nel tribunale di Reggio Emilia il 23 marzo 2016. Alla sbarra ci sono 148 imputati; 24 di loro sono imputati contemporaneamente in un processo abbreviato che accorpa nuove contestazioni: si tratta di reati che sarebbero stati commessi dagli imputati dalle celle del carcere in cui erano detenuti, fino a marzo del 2018, favorendo l’associazione mafiosa.

Sono quasi 20mila le pagine di intercettazioni rientrate nei faldoni, con 1.300 testimoni inizialmente convocati; si sono costituite 45 parti civili. L’accusa ha chiesto per i 148 imputati pene complessive per oltre mille anni di reclusione.