"Aemilia va approfondita, ma rimane un punto fermo"

Nicaso al festival Noicontrolemafie difende l’operato della procura. Vallone (Dia): "Evidente che Reggio merita la massima attenzione".

"Aemilia va approfondita,  ma rimane un punto fermo"

"Aemilia va approfondita, ma rimane un punto fermo"

"Le polemiche su Aemilia? Sinceramente non le seguo. Io faccio investigazioni su attività delegate dalla magistratura". Il direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Maurizio Vallone, assume una posizione netta in merito alle polemiche di queste settimane sulla ‘necessità’ di ‘riscrivere’ la sentenza del processo Aemilia. Lo fa, al termine del suo intervento che lo ha visto videocollegarsi con l’aula magna di Unimore quando, assieme a professor Antonio Nicaso (docente del corso di storia delle organizzazioni criminali alla Queen’s University di Kingston in Canaa) e al collega Marcello Ravveduto (professore di Storia contemporanea all’università di Salerno), sul tema "Le mafie nel mondo digitale", nell’ambito della dodicesima edizione del Festival della Legalità. "Io faccio l’investigatore e quello è ciò di cui mi occupo – ha aggiunto il direttore Vallone -. E’ evidente che la provincia di Reggio Emilia merita la massima attenzione, il numero di interdittive che sono state elevate dall’ex prefetto Rolli sono lì a testimoniarlo e sono sicuro che anche il suo successore seguirà il solco da lei tracciato. Non solo, a Bologna ci sono un Procuratore Capo e un Sostituto (il riferimento è alla pm Beatrice Ronchi, ndr) che danno l’anima nel contrastare il fenomeno della criminalità organizzata in regione, e i provvedimenti che vanno a colpire i patrimoni appartenenti ai mafiosi sono continui. Il resto non mi interessa".

Il professor Nicaso, invece, parla di ‘approfondimenti’ piuttosto che di ‘riscritture’: "Aemilia è una pietra miliare nella lotta alla criminalità organizzata in Emilia Romagna e in particolare a Reggio Emilia – argomenta Nicaso -. Io dico che bisogna approfondire, piuttosto che riscrivere visto che ci sono delle sentenze già passate in giudicato. Esistono sempre due verità. Una storica che spesso non si concilia con quella giudiziaria, è per questo che bisogna approfondire l’argomento cercando di capire come si stanno organizzato (le associazioni mafiose, ndr) e alla luce di quello che hanno fatto in passato evitare che possano intrecciare rapporti con le istituzioni ed i loro rappresentanti. Questo è possibile farlo tenendo alta la guardia. Quando sento dire che le cose bisogna riscriverle sono sempre un po’ scettico, perché prima si dice che non si è fatto nulla, poi quando invece si è fatto qualcosa, la si mette in discussione. Aemilia è un punto da cui partire, per evitare che le organizzazioni criminali possano ripetere ciò che già fatto in passato". Il convegno ha visto la presenza di molti studenti delle scuole superiori, i quali, attraverso gli interventi di Nicaso, Ravveduto e Maurizio Vallone hanno potuto rendersi conto di come oggi la criminalità organizzata sia totalmente al passo coi tempi. Dal continuo aumento di operazioni sospette attraverso l’uso di criptovalute (almeno il 4% delle segnalazioni giunte a Banca Italia nel 2022 sono relative a questo tipo di attività), al massimo sfruttamento dell’intelligenza artificiale, come del metaverso per sviluppare traffici illegali. Sino all’utilizzo dei social, in particolare Tik Tok, per lanciare messaggi o ‘magnificare’ le ricchezze collegate alle attività illegali delle organizzazioni mafiose.

Ni. Bo.