Affidi illeciti Reggio Emilia, il sindaco di Bibbiano: "Sono distrutto"

Andrea Carletti, agli arresti domiciliari, parla al gip per quasi due ore: "Non ne sapevo nulla"

Il pm Valentina Salvi e il primo cittadino di Bibbiano Carletti

Il pm Valentina Salvi e il primo cittadino di Bibbiano Carletti

Reggio Emilia, 4 luglio 2019 - Elegante nel suo completo blu, come tante volte è apparso durante le iniziative pubbliche, ma questa volta con profonde occhiaie e i lineamenti del viso tirati: «Sono distrutto – mormora –. Non posso dire altro...».

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Poi si infila nell’aula del tribunale da cui uscirà a mezzogiorno, dopo aver risposto per quasi due ore alle domande del giudice Luca Ramponi. Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, agli arresti domiciliari, ha aperto ieri mattina la sfilata in tribunale di indagati raggiunti da misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta su presunti affidi illeciti di bambini a opera dei servizi sociali della Val d’Enza.

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Durante l’interrogatorio di garanzia Carletti, assistito dall’avvocato Giovanni Tarquini, ha voluto smontare le ipotesi a suo carico: l’abuso d’ufficio e il falso ideologico. Secondo il pm Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta, il sindaco avrebbe omesso di fare un bando pubblico per affidare il servizio di psicoterapia al centro ‘Hansel e Gretel’ di Torino, procurando così ai professionisti piemontesi Claudio Foti, Nadia Bolognini e Sarah Testa un ingiusto profitto, oltretutto permettendo loro di esercitare nei locali della ‘Cura’ di Bibbiano gratuitamente: il danno per Ausl e Unione sarebbe stato di 200mila euro. Secondo gli inquirenti Carletti era «consapevole della totale illiceità del sistema», ma lui ieri ha voluto evidenziare la propria «buonafede» anche politica: «Avevo un ruolo di promozione di quel sistema, che consideravo a tutela dei minori. Sulle scelte gestionali, mi sono avvalso di dirigenti, di cui mi fidavo e mi fido tuttora. Io avevo detto loro di operare in modo corretto e loro mi avevano rassicurato sulla liceità delle procedure».

I carabinieri al municipio di Bibbiano (foto Artioli)
I carabinieri al municipio di Bibbiano (foto Artioli)

Sul compenso di 135 euro all’ora assicurato agli psicoterapeuti torinesi, «a fronte della media di 60-70 euro – secondo gli investigatori – e nonostante il fatto che l’Ausl potesse farsi carico gratuitamente del servizio», il sindaco ha innanzitutto smentito di aver designato Foti, «perché le decisioni venivano prese in modo collegiale dalla giunta dell’Unione e dai dirigenti», e ha definito la cifra pattuita come il «compenso normale di un professionista».

Nell’ordinanza il giudice ha ravvisato in lui «un’alta capacità criminale» per aver «consentito ripetutamente l’erogazione di contributi indebiti attraverso l’assunzione di debiti fuori bilancio». Ma Carletti ha ribattuto: «Non ne sapevo nulla. Quando c’erano emergenze si facevano variazioni al bilancio. Per me la tutela dei minori rappresentava un’emergenza».

C’è anche la contestazione su un servizio di psicoterapia da 80mila euro, che poi sarebbe stato ‘spacchettato’ in due tranche per aggirare le norme sulle gare pubbliche, tanto che alcuni i dirigenti dell’Ausl rifiutarono di firmare gli atti: «Su questa vicenda – spiega l’avvocato Tarquini – il giudice ha ravvisato la carenza di gravi indizi».

Il legale afferma anche che il sindaco «è rimasto molto colpito dall’iniziale distorsione di notizie che lo hanno equiparato all’orco dei bambini, subendo un gravissimo danno per il quale lui si riserva si reagire. Specie dalle parole di Luigi Di Maio che ha detto bestialità, senza riflettere».

Il riferimento è alle parole pronunciate dal vicepremier del M5s: «Un altro business, orribile, sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta e per cui è stato arrestato anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti (Pd)».

L’avvocato ha chiesto al giudice la revoca dei domiciliari, sui quali il pm ha preso due giorni per esprimere un parere e il giudice si è riservato.