ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Affidi, nuove accuse: "Frasi su abusi inventate e false perizie sui bimbi"

Il pm Salvi muove altre contestazioni a psicologhe e assistenti sociali "Indovinelli su presunte violenze sessuali subite e relazioni parziali sui genitori".

Affidi, nuove accuse: "Frasi su abusi inventate e false perizie sui bimbi"
Affidi, nuove accuse: "Frasi su abusi inventate e false perizie sui bimbi"

"Ha omesso di indicare che i giochi violenti e sadici fatti dal bambino erano stati da lei stessa ideati". È quanto si legge in una delle quattro nuove accuse avanzate dalla Procura alla psicologa Nadia Bolognini, una dei 17 imputati nel processo sui presunti affidi illeciti di bambini a Bibbiano. In luglio il pm Valentina Salvi ha mosso ad alcuni imputati contestazioni suppletive, in base a nuovi elementi emersi dal dibattimento. Al centro ci sono i bambini già individuati come parti offese. Tre nuove imputazioni a carico della psicologa che operava per il centro Hansel e Gretel’ di Torino sono per falso ideologico. In una relazione del 20 aprile 2018, la psicologa avrebbe attribuito "intere frasi in realtà frutto della propria elaborazione e delle continue sollecitazioni, nonché della macchinetta Neurotek, presentata al minore come in grado di recuperare i ricordi". Un’altra accusa è formulata in concorso con Francesco Monopoli, assistente sociale: sarebbe stato omesso che il bambino aveva condotte affettuose verso la mamma, come emerso invece da un appunto trovato nel fascicolo dei servizi sociali sull’incontro del 17 maggio 2018: "Quando la madre arriva la accoglie con un abbraccio". Altra accusa di falso per una bambina nella relazione inviata all’Unione Comuni Modena Nord: nel novembre 2018 la psicologa avrebbe "attestato falsamente le comunicazioni ricevute dalla minore su abusi seriali e sessuali in età infantile", trattandosi invece di risposte "alle modalità suggestive della terapeuta, comprensive anche di tentativi di indovinello su quanto le fosse successo in passato, chiedendo poi alla bambina quanto si fosse avvicinata o meno". Per un’altra bambina, scatta la nuova accusa di falsa perizia: nell’aprile 2019, avrebbe omesso di riferire "il desiderio della minore di rivedere i genitori" e la "sofferenza vissuta a casa delle due affidatarie a seguito della loro separazione". Una nuova contestazione di falso riguarda la psicologa dell’Ausl Imelda Bonaretti, a proposito della bambina che rappresenta il caso-pilota dell’inchiesta: le sarebbe stata attribuita una frase che non avrebbe mai pronunciato. Ovvero che l’allora compagno della mamma "quando mi portava a casa sua mi portava sempre a letto. Lui ci copriva con le lenzuola, così se arrivava la mamma non vedeva". Il giovane fu indagato per violenza sessuale, poi archiviata. Secondo il pm, da una seduta intercettata sarebbe emerso che era stata invece la terapeuta a fare queste affermazioni alla bambina. Il dibattimento è ripreso ieri davanti alla Corte presieduta da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini. Diverse parti civili – genitori, la Regione, l’Ausl, l’Unione Val d’Enza e l’associazione Colibrì – hanno chiesto di costituirsi anche per queste nuove accuse. Il collegio ha accolto tutte le domande, tranne quella di Colibrì. Poi sono stati citati i responsabili civili, che hanno chiesto un termine di venti giorni. Nel frattempo il processo proseguirà per i capi di imputazione non collegati alle nuove accuse.