Affitti cari? Il Comune fa uguale "Per 45 mq chiede 1500 euro"

Confedilizia respinge le accuse e replica: "Il vero problema è stato portare tutti i servizi fuori dall’esagono"

Affitti cari? Il Comune fa uguale  "Per 45 mq chiede 1500 euro"

Affitti cari? Il Comune fa uguale "Per 45 mq chiede 1500 euro"

"Il Comune accusa sempre i piccoli proprietari di immobili in centro storico di tenere gli affitti troppo alti, ma vedo che fa la stessa cosa". L’avvocato Annamaria Terenziani, presidente di Confediliza, non si fa certo pregare nell’offrire una propria valutazione sulla chiusura della tabaccheria di via Farini e l’annuncio sull’Albo Pretorio con cui l’amministrazione, proprietaria dello stabile e per tanto anche del negozio (45 metri quadrati con una singola vetrina), che cerca affittuari. Canone d’affitto di partenza? 18 mila euro annui: "Che, se la matematica non è un’opinione, sono circa 1.500 euro al mese – aggiunge Terenziani – Che è esattamente il canone di affitto che i proprietari privati stabiliscono per il loro spazio commerciale, che, purtroppo, oggi come oggi, rischia di restare sfitto. Se il Comune avesse voluto, poteva eventualmente dare un segnale, stabilendo un canone calmierato. Ma così evidentemente non è. Però la colpa è sempre dei proprietari privati…".

Terenziani, dal suo osservatorio tutto sommato privilegiato, si pone nel solco di quanto affermato da Giuseppe Iannò di CasaIn al Carlino, qualche giorno fa, sul tema affitti e desertificazione del centro storico: "Ha ragione. Oggi come oggi si spendono 1.500 euro di canoni mensili di affitto per locali ben più grandi dei 45 metri quadri della tabaccheria di via Farini, magari anche in zone più centrali, sulle vie principali o immediatamente adiacenti ad essa. Peraltro, se faccio anche un calcolo e se prendo quel parametro, e lo calcolo su un negozio sfitto da, per fare un esempio, 200 metri quadri, si arriva ad un canone mensile di 6.500 euro. Ma io non ho mai visto nessuno spendere quei soldi lì per un affitto di un negozio in centro".

Insomma, Terenziani, ancora una volta, rigetta l’idea che la colpa della desertificazione del centro storico sia colpa esclusiva dei privati: "Mi fa sorridere il Comune quando ci addossa la colpa di tutto questo – asserisce la presidente di Confedilizia -, e poi, per un locale di quella metratura, e con una sola vetrina, si comporta esattamente come il privato che questi accusa. E chiarisco, liberissimo il Comune di procedere come crede, ma inaccettabile l’idea che però, il privato non possa fare lo stesso".

Il dato di fatto è che il centro è sempre più vuoto e poco frequentato: "Stiamo pagando pesantemente le scelte, intraprese oltre trent’anni fa di delocalizzare gli uffici pubblici– conclude l’avvocato Terenziani – Tribunale, Catasto, Conservatoria, Inps, erano in centro. In forza di questo, avvocati e professionisti lavoravano in centro ed i loro clienti dovevano venire lì. Era vitale, popolato, dove si creava automaticamente un indotto anche per gli esercenti presenti. Oggi gli uffici pubblici sono in periferia, i professionisti suddetti hanno investito in quelle zone per acquistare immobili adibiti ad uffici e il centro si è spopolato. E quelli non li recuperi più purtroppo, perché chi ha investito fuori, oggi o nell’immediato futuro, non verrà ad investire nuovamente nell’esagono".

Nicola Bonafini