"Affitti in nero a studenti, 300 casi sospetti"

Lo rivela un’indagine regionale sull’università di Fiamme Gialle e Agenzia delle Entrate, guidata dal colonnello della finanza reggiana Bixio

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"A Reggio 302 posizioni sospette di irregolarità riguardo agli affitti di appartamenti a studenti universitari". È quanto emerge da un progetto d’indagine – volto a contrastare il fenomeno sempre più diffuso nonché annosa piaga degli affitti in nero a giovani ragazzi fuori sede – condotta dalla guardia di finanza dell’Emilia-Romagna e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, con la collaborazione delle università, della Regione e di Ergo, ossìa l’agenzia regionale per il diritto agli studi superiori. A coordinare il gruppo di lavoro a livello regionale è il colonnello delle Fiamme Gialle di Reggio, Ivan Bixio (foto). Un ruolo affidatogli dal generale Ivano Maccani, comandante regionale della guardia di finanza.

Colonnello, ci racconti com’è stata condotta l’inchiesta?

"Abbiamo definito un percorso di analisi sulle nelle città degli atenei, quindi Bologna, Ferrara, Reggio e Modena per Unimore. Poi in futuro amplieremo l’indagine anche a Parma. Sono stati valutati alcuni indicatori potenziale di rischio, prendendo in cosiderazione, come platea, gli studenti fuori sede del quinquennio".

Quali sono questi indicatori?

"Abbiamo matchato, come si dice in gergo (incrociato, ndr), i dati di coloro i quali avessero chiesto il medico di base qui a Reggio. Siccome per poter avanzare questa richiesta, occorre necessariamente indicare un indirizzo di domicilio, siamo andati a controllare se questo effettivamente corrispondesse ad un contratto d’affitto regolarmente registrato laddove dichiarato. Ma abbiamo guardato anche se ci fossero contratti di utenze domestiche intestate in essere, come luce e gas, attive in quel determinato domicilio".

E il risultato nella nostra città è...?

"Poco più di trecento posizioni di studenti fuori sede che hanno dichiarato un domicilio, ma che non corrisponde però ad un contratto registrato. Qui però occorre puntualizzare".

Prego.

"Queste sono le posizioni diciamo ’sospette‘ che ora andremo ad approfondire. Non ncessariamente sono tutti irregolari. Faccio l’esempio di chi magari alloggia da parenti e ha solamente chiesto temporaneamente per il periodo di studi, il medico di medicina generale per averlo più vicino rispetto alla residenza, in caso di bisogno".

Emerge comunque un quadro allarmante sul fenomeno.

"Il nostro impegno è proprio quello di stroncare il fenomeno degli affitti in nero che in qualche modo è una forma di sfruttamento verso gli studenti. Macome sempre non è importante solo il lavoro di repressione, ma di prevenzione".

Come lo farete?

"Nel progetto che stiamo portando avanti diffonderemo delle brochure con una pratica ‘guida affitti’ dove saranno indicate le normative per essere considerati in regola, ma anche opportunità e vantaggi fiscali. Lo faremo anche con una campagna ad hoc per gli studenti da veicolare negli atenei attraverso videoclip utilizzando un linguaggio più semplificato".

Lanci un appello.

"Non è vero che essere in affitto in nero ci si guadagna. Essere in regola dà delle agevolazioni attraverso l’agenzia regionale Ergo, ma anche fiscalmente per i genitori che possono recuperare scaricando alcuni costi".

Daniele Petrone