"Affitti in nero? Minoranza Piuttosto mancano alloggi"

Confedilizia: "Senza contratto non si può sfrattare, è controproducente. I genitori degli studenti costituiscono una garanzia di pagamento dei canoni"

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di Giulia Beneventi

Da parte dei proprietari di casa non c’è "alcuna diffidenza" nello scegliere come affittuari degli studenti universitari, piuttosto il problema è che "non ci sono abbastanza alloggi disponibili". È molto chiaro il punto di vista di Annamaria Terenziani, presidente di Confedilizia Reggio, su come qui si muovano le locazioni agli iscritti Unimore; la questione si è inasprita con la recente indagine della Guardia di Finanza, che ha individuato a Reggio ben 302 casi sospetti di affitto in nero.

Sul tema delle locazioni illecite però Confedilizia "nulla può – chiosa Terenziani –, anche se riteniamo che si tratti di una sparuta minoranza, quantomeno per il fatto che, se non esiste contratto, non esiste neppure obbligo di pagamento del canone né la possibilità di agire con provvedimento di sfratto".

Affittare in nero è quindi una scelta "oltre che illecita, del tutto controproducente per il proprietario".

"Come Confedilizia stipuliamo centinaia di contratti all’anno per studenti universitari, quindi a canone calmierato, e ci siamo fatti promotori dei contratti a canone concordato anche all’interno degli studentati" riferisce poi Terenziani.

La reticenza percepita dagli studenti da parte dei proprietari di casa quindi non traspare, anche perché "i genitori costituiscono una garanzia di pagamento dei canoni e degli oneri accessori (sempre più alti)" puntualizza.

La questione, dunque, non è a chi dare in affitto la casa, quanto piuttosto avere l’appartamento in sé: "Molti proprietari non hanno immobili nelle condizioni per poter essere locati – aggiunge dunque Terenziani – perché necessitano di costosi interventi di ristrutturazione. Il Superbonus sarebbe stata l’occasione, ma sono per lo più edifici unifamiliari con massimali di spesa troppo bassi e una finestra temporale per eseguire i lavori di ristrutturazione troppo ristretta".

Senza contare che anche la casa perfetta, se lontana dal centro e dall’università, non verrebbe presa in considerazione.

"Gli studenti trovano il sistema di trasporto poco efficiente in relazione alle lezioni o alle esigenze di svago (e per le ragazze anche poco sicuro)" precisa la presidente, prima di rivolgersi all’Amministrazione.

"Rammento che gli enti locali possono stipulare, in qualità di conduttori, contratti locazione per soddisfare esigenze abitative di carattere transitorio – conclude Terenziani – e dunque sublocare gli immobili agli studenti, così come in altre città accade per le famiglie in difficoltà, o anche semplicemente ponendosi come garante".