Allarme di Confartigianato "Con frane e alluvioni mezza provincia a rischio"

Lapam: "L’acqua insidia 170mila famiglie e 36mila imprese. Si intervenga"

"Il 46% della provincia di Reggio è a rischio medio di alluvione. Il 6% è a rischio elevato".

Dopo i disastri in Romagna l’ufficio studi di Lapam Confartigianato si è posto la domanda più naturale di fronte ad ogni tragedia: "Sarebbe potuto succedere anche a noi?". La risposta per il territorio reggiano è tutta nei dati: "Da questo emerge che l’80% della popolazione risiede in aree con una probabilità media di eventi alluvionali, mentre l’1,6% in zone a elevata probabilità. In uno scenario di media gravità, il rischio coinvolge 171mila famiglie reggiane, 77mila edifici e 36mila imprese, la cui operatività su questi territori può essere compromessa da un giorno all’altro, con danni a locali e magazzini. Nel caso di eventi estremi sono a rischio 3.300 famiglie, che risiedono in aree a elevata probabilità di allagamento". Le frane sono un altro pericolo: "Il 14% della superficie provinciale (si tratta in particolare dell’area dell’Appennino) è a rischio elevato e molto elevato di eventi franosi. In uno scenario di gravità elevata e molto elevata, il rischio coinvolge quasi 11mila persone (10.742 per la precisione) e 860 imprese".

L’Emilia - Romagna è la peggior regione in Italia per pericolosità idraulica media: "Sono a rischio il 61% delle imprese e la regione è terza per numero di imprese a rischio elevato e molto elevato di frane, dietro a Toscana e Campania. Nonostante ciò, la diffusione della percezione di rischio tra gli emiliano-romagnoli, per quanto in aumento dell’8% rispetto al 2012, si attesta al di sotto della media nazionale fermandosi al 70%, quattordicesimo posto in Italia". Dall’indagine emerge anche che "a livello nazionale meno della metà degli individui (il 48%) ha ammesso di aver intrapreso azioni personali negli ultimi sei mesi per combattere il cambiamento climatico".

Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, esprime massima solidarietà verso i territori colpiti dall’alluvione: "La tragedia nell’area romagnola non fa che confermare l’allarme per i devastanti effetti di un cambiamento climatico già in atto. Siamo vicini alle famiglie e alle imprese travolte dall’acqua. Purtroppo ci troviamo di fronte all’ennesima catastrofe sul nostro suolo che dimostra come gli interventi siano necessari e non più procrastinabili". Secondo Luppi gli scopi devono essere "sensibilizzare e investire per prevenire. In Italia ognuno di noi ha dovuto sborsare in media 1.581 euro come perdite economiche causate da eventi estremi connessi al cambiamento climatico. Non possiamo aspettare ancora. Sono certo che la Romagna saprà rialzarsi come fatto da noi in passato (basti pensare all’alluvione del 2017) e spero che la calamità faccia riflettere chi di dovere".