Allarme e timori a Pieve Modolena In 800 metri previste 5 antenne

Due sono già esistenti, una si sta aggiungendo in via Plauto e ora spuntano due concessioni per via Cafiero e via Dorso

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La città delle mille antenne telefoniche. A Pieve Modolena, per esempio, il rischio è di avere 5 antenne (di cui 3 già con tecnologia 5G) in 800 metri quadrati. Infatti alle due esistenti, se ne sta aggiungendo un’altra in via Plauto sul tetto di un edificio di proprietà di un privato, ed esisterebbero due concessioni per installarne altre in via Cafiero e via Guido Dorso. Puntuale, quindi, la nascita di un comitato di cittadini che si oppone al proliferare di ‘antenna selvaggia’: "La cosa che noi residenti stigmatizziamo è che con l’Amministrazione Comunale, in particolare con l’assessore Bonvicini, e con ArpaE abbiamo avuto molti incontri, e in tutte le nostre interlocuzioni si è sempre parlato solo ed esclusivamente di via Plauto, mai di via Cafiero e via Dorso", evidenzia l’avvocato Elena Dell’Olio, uno dei portavoce dei cittadini di Pieve. Come per via Gozzano, anche a Pieve nessuno è, a priori, contro la costruzione delle antenne: "Quello che chiediamo è un processo condiviso di una scelta che impatti il meno possibile sulla vita e la salute dei cittadini. Soprattutto quando si parla di 5G – spiega la dottoressa Dell’Olio -. Perché anche nella nostra zona ci sono asili, scuole, e anche una Casa della carità". "Per altro – prosegue l’avvocato – a febbraio è stato presentato il nuovo ‘piano Antenne’, in cui viene sancito il dialogo con i cittadini della zona dove dovrebbe sorgere l’impianto per concordare l’ubicazione più sostenibile per le parti coinvolte e pure l’architetto di quartiere per fare in modo che quell’antenna non sorga in mezzo alle case. Noi avevamo chiesto di posticipare l’esecutività delle concessioni all’introduzione di quel piano ma non ci hanno ascoltato".

Gira che ti rigira, l’assessore Bonvicini, con quella ‘lettera aperta’ datata 24 giugno non si è fatta molti amici, nemmeno a Pieve: "L’ho trovata fuori luogo – risponde la Dell’Olio -. Soprattutto per l’inesistente collaborazione delle istituzioni nei nostri confronti. A nostre spese abbiamo assunto un tecnico esperto nella costruzione di antenne di telefonia e abbiamo avanzato un accesso agli atti. ArpaE non ce li ha forniti nonostante il parere favorevole anche del Difensore Civico Regionale, cui ci siamo rivolti dopo un loro primo diniego. Mentre quelli forniti dal Comune erano pieni di ‘omissis’, essendoci stato opposto il diritto alla privacy e il segreto industriale. Ora, noi siamo dei privati cittadini che, a nostre spese, hanno chiesto di poter esaminare degli atti su impianti che vanno ad impattare sulla nostra vita; non rappresentiamo certo gli interessi di aziende concorrenti a quelle che vogliono installare i ripetitori a Pieve. Penso sia comprensibile il nostro sconcerto di fronte a tutto ciò". Ni. Bo.