
"La montagna ha bisogno di aiuto, da sola non ce la può fare". Elio Ivo Sassi è sindaco di Villa Minozzo, il Comune che ha i dati peggiori per calo demografico (-10,2%), numero di famiglie (-6,9%), numero medio di componenti per nucleo (1,85), oltre all’età media più alta. "Che la gente cala lo vediamo tutti i giorni – spiega Sassi – tra funerali e statistiche. La dimensione decennale fa ancora più effetto e dispiace vedere non tanto l’uscita delle persone, in cui i decessi pesano molto, ma il non ritorno di chi se ne va". Il sindaco ha le idee molto chiare su ciò che servirebbe alla montagna per riprendersi: "La prima cosa è il lavoro a distanza, poi i servizi. Diversamente dalla vecchia amministrazione, abbiamo scelto di tenere aperte le scuole e adesso abbiamo un asilo nido, quattro classi di scuola materna e le elementari". Sassi insiste però anche su due punti particolari: "Ci vuole una diversa fiscalità, il bar di Civago o quello di Febbio non possono avere la stessa di quelli di Reggio. E poi la viabilità: il turismo di massa in certi punti non può proprio arrivare, e andrebbe migliorato anche lo scorrimento lungo le arterie del lavoro, penso ad esempio alla 63. La diversa fiscalità è tutto" ripete, ma i problemi sono tanti.
"Bisognerebbe anche cercare di sviluppare quel poco di agricoltura rimasta; a Villa ancora non c’è la fibra ottica, a Civago neanche la linea telefonica – incalza il sindaco –. A Castelnuovo ci sono 1.800 studenti e professori, che portano vita e cultura che sono il valore aggiunto, qua no. Il riscaldamento costa tantissimo e da noi va tenuto acceso un mese e mezzo in più. E poi i bar: tutti i giorni qui chiude qualcosa, quando poi chiudono i servizi…"
Sassi si rivolge alle amministrazioni: "Va ripensata una strategia sulla montagna e sui suoi collegamenti, ci vorrebbero delle deleghe dallo Stato e dalla Regione. Non possiamo tenere aperto solo per i funghi, la città deve farsi carico della montagna. A Reggio nuovi investimenti e pance piene, mentre quassù ogni giorno si dice di chiudere qualcosa. Con che coraggio poi dici a figli e cognati di restare?" Tommaso Vezzani