Allarme per il giurista antimafia Minari finisce sotto protezione

Le parole di un detenuto in carcere hanno fatto scattare i provvedimenti di tutela per la sua sicurezza. Fondatore di Cortocircuito, da anni le sue inchieste vengono citate nei processi, da Aemilia a Grimilde

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Le parole dette da un detenuto in carcere hanno fatto scattare l’allarme per l’incolumità fisica di Elia Minari, il giovane giurista da anni impegnato contro le mafie. Fondatore nel 2009 dell’associazione antimafia Cortocircuito, protagonista delle inchieste che hanno acceso i riflettori sulle infiltrazioni nel comune di Brescello, Minari è stato immediatamente messo sotto protezione con un provvedimento di tutela, per garantire la sua sicurezza.

La decisione è stata presa dal Prefetto di Reggio, Iolanda Rolli, in accordo con il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza e il Questore. Quest’ultimo aveva già emesso un provvedimento di tutela prima della successiva riunione presso la Prefettura, dove è stato deciso un rafforzamento della protezione che è gestita dal personale della Polizia di Stato, in coordinamento con le altre forze dell’ordine.

Non sono note le circostanze esatte delle dichiarazioni del detenuto. Il dispositivo di protezione è stato attivato anche perché Minari era già una persona ritenuta esposta. Nel processo “Grimilde”, negli ultimi mesi, sono state citate le sue inchieste, che in precedenza erano state acquisite anche agli atti come prove nello stesso processo contro la ‘ndrangheta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. Inoltre nel 2018 l’imputato del maxi-processo “Aemilia” che ha ricevuto la condanna più elevata, nelle sue prime parole dell’ultima udienza di primo grado del maxi-processo, ha menzionato Elia Minari, prima scusandosi con lui, davanti ai giudici, per le frasi pesanti ("Te lo sbatto in testa" e "Ti vengo a prendere fino a casa") pronunciate alcuni anni prima, ma poi contestando pesantemente le sue inchieste.

Nell’ottobre 2021, in occasione del tour dei beni confiscati organizzato dall’Associazione culturale antimafia Cortocircuito per fare conoscere alla cittadinanza i beni sottratti ai mafiosi, ci sono state reazioni verbali nei pressi di una ditta, oggetto di una delle prime inchieste realizzate da Minari. Le sue inchieste sono state citate nel maxi-processo “Aemilia” e una sua inchiesta è stata citata nel primo punto della relazione ufficiale di scioglimento per mafia del Comune di Brescello, nonché nella sentenza del Consiglio di Stato.

Attualmente Minari prosegue le proprie attività contro le mafie sia in qualità di Coordinatore dell’Osservatorio Permanente Legalità dell’Università di Parma, sia con l’Associazione Cortocircuito. "Desideriamo ringraziare le forze dell’ordine per essersi prontamente attivate a tutela dell’incolumità di Elia - scrive l’associazione Cortocircuito -. Ci teniamo a esprimere massima vicinanza e sostegno al nostro fondatore che non si è mai fermato, dimostrando che è possibile essere cittadini attivi, consapevoli e promotori di legalità. Elia non è solo".