All’asta l’autoritratto di Ligabue

Christie’s lo metterà in vendita martedì 16 novembre a Milano, la stima oscilla tra 120mila e 180mila euro

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Va all’asta “Autoritratto” di Antonio Ligabue (1899-1965), dipinto che è stato esposto in tutte le maggiori retrospettive dedicate all’artista e che arriva sul mercato per la prima volta. Sarà Christie’s a metterlo in vendita per conto di una raffinata collezione privata italiana durante l’asta ‘20th21st Century’ che si terrà a Milano martedì 16 novembre. La stima oscilla tra 120.000 e 180.000 euro. Dedicata agli artisti italiani e internazionali, l’asta milanese proporrà opere tra gli altri di Enrico Castellani, Alighiero Boetti, Piero Dorazio, Tom Wesselmann, Maria Lai e Sam Francis. Tra i lavori più importanti spicca “Concetto spaziale” di Lucio Fontana, una visione di luminoso splendore dalla celebre serie dei “Barocchi” dell’artista, stimato 11,5 milioni di euro.

’Autoritratto con grata’ è un olio su tavola di faesite di 47 x 28.5 centimetri, eseguito nel 1957-58. Si tratta di un esempio eccellente dei celebri autoritratti di Antonio Ligabue, ormai considerato uno dei più importanti artisti outsider del XX secolo e talvolta definito il “van Gogh italiano” per la potenza visionaria delle sue opere, i cui colori vividi e la figurazione audace mettevano a nudo la sua vita psichica tumultuosa e, in autoritratti come questo, il paragone con il pittore olandese diventa particolarmente appropriato.

Nel dipinto l’artista guarda fuori dalla tela in modo tormentato, e il moto dell’animo è evidenziato da elementi pronunciati e marcati, tipici dei lavori dell’artista vissuto a Gualtieri: basti pensare che la fronte aggrottata, i peli del viso e le rughe sono evidenziati attraverso tratti grafici di colore nero. Il cappotto abbottonato di colore verde oliva che indossa contrasta con lo splendido sfondo caratterizzato da motivi blu, rossi e gialli.

Ligabue unisce la rappresentazione di una grata e un disegno grafico e decorativo, mettendo in luce un aspetto distintivo dell’opera di Ligabue: la fusione di fervore ‘naïf’ con un’attenzione per l’ornamento quasi manierista.

Ligabue era nato a Zurigo da genitori italiani alla fine del XIX secolo. Già a partire dall’infanzia ebbe una vita difficile. La madre, Elisabetta, e tre dei suoi fratelli morirono nel 1913 a causa di un’intossicazione alimentare. Fu dopo questo avvenimento che decise di cambiare il suo cognome da Laccabue a Ligabue, probabilmente anche per prendere le distanze dal padre, che considerava colpevole di tale omicidio. Nel 1919 venne espulso dalla Svizzera in seguito a un litigio con la madre adottiva. Si stabilì quindi a Gualtieri dove visse un’esistenza solitaria e itinerante, vagando sulle rive del Po. E in quel contesto cominciò a dipingere, finché nel 1929 l’artista Renato Marino Mazzacurati, membro della Scuola romana, gli fornì i materiali necessari affinché si dedicasse alla pittura. Oltre ai celebri autoritratti, la sua arte ha creato immagini potenti ed espressive di tigri e leopardi, spesso impegnati in battaglie estreme con altri animali esotici. Ligabue continuò a dipingere anche in momenti difficili, ricoverato in ospedali psichiatrici o incompreso a motivo del suo lavoro.

L’artista è stato immortalato da Flavio Bucci nel film del 1977 e di recente è stato interpretato da Elio Germano nel pluripremiato ’Volevo nascondermi’.