GIUSEPPE MAROTTA
Cronaca

Allo stadio è grande festa Azzurra. Reggio porta fortuna alla Nazionale

Al Città del Tricolore, l’Italia batte la Moldavia davanti a 19mila persone. Fischi per Spalletti e Gravina. Entusiasmo dentro e fuori tra bimbi, bandiere e magliette. Tra gli spettatori anche l’acclamatissimo Zola.

Al Città del Tricolore, l’Italia batte la Moldavia davanti a 19mila persone. Fischi per Spalletti e Gravina. Entusiasmo dentro e fuori tra bimbi, bandiere e magliette. Tra gli spettatori anche l’acclamatissimo Zola.

Al Città del Tricolore, l’Italia batte la Moldavia davanti a 19mila persone. Fischi per Spalletti e Gravina. Entusiasmo dentro e fuori tra bimbi, bandiere e magliette. Tra gli spettatori anche l’acclamatissimo Zola.

A giudicare dall’entusiasmo dentro e fuori dallo stadio non si direbbe che la Nazionale stia vivendo un periodo di crisi, anzi: tantissimi bambini, maglie di ogni squadra e di ogni epoca, con chiaro dominio di Del Piero e Totti, passando per Zola, Donnarumma (uno striscione recita "800 km solo per la tua maglia" autore che sarà ricompensato dal portierone a fine partita con lo speciale regalo) e l’immancabile Roberto Baggio. Quest’ultimo senza confini, oltre ogni logica, anzi oltre oceano: uno dei tifosi che portava orgogliosamente la casacca di Divin Codino è un colombiano doc. "Sono arrivato qui dalla Colombia solo per l’Italia: la amo, anche se è in difficoltà so che tornerà grande". Vero atto di fede. Come quello di un bambino col papà: "Venerdì eravamo a Oslo per la gara con la Norvegia, e ora eccoci qui".

Insomma, è una Reggio in festa per l’arrivo degli azzurri, che per la quinta volta nella storia hanno giocato (e sempre vinto) nella nostra città. Non sold out, ma il "Mapei Stadium-Città del Tricolore" ha registrato ben 18.771 spettatori: c’è anche una bandiera dell’Italia in curva sud con scritto "Reggio Emilia". La festa parte ben prima dell’inizio: già dalle 17,30 (più di tre ore prima del fischio d’inizio) è caccia alla foto ricordo e all’autografo, proprio lì davanti l’ingresso della tribuna autorità. Non un calciatore, ma il primo accerchiato per selfie e sorrisi è l’ex arbitro Daniele Orsato. Poi ecco l’ex Reggiana Alberto Di Chiara, e ragazzini che adocchiano a distanza il telecronista Pierluigi Pardo, presente anche domenica sera a Rubiera.

"Mamma, papà, è lui! Facciamo una foto!". Dicevano con un sorriso a trentadue denti. Ognuno tifa a modo suo: guance tinte d’azzurro e col tricolore, maglie storiche o più recenti. Ci sono anche decine di tifosi moldavi festanti, con un panino e le loro bandiere. Ma la carrellata di volti noti continua, anche in salsa reggiana: presente il prossimo direttore sportivo dei granata Domenico Fracchiolla, e anche quello che ormai è l’ex, cioè Marcello Pizzimenti, che cammina al fianco di Federico Cherubini, storico amico e oggi al Parma. Si vede anche Giovanni Carnevali, direttore generale del Sassuolo (che è tornato anche sulla diatriba coi tifosi della Reggiana per la mancata inversione delle curve nel derby del marzo scorso: "Quelle polemiche erano insensate, ma non mi hanno scalfito...", ha detto in sintesi). La folla raggiunge l’apice di positiva agitazione quando passa lui: Gianfranco Zola, il "Magic box" che fece sognare un’intera generazione. E anche se il ritiro dal calcio giocato è arrivato nel 2005, una valanga di bambini lo ha accerchiato per foto di gruppo e abbracci. In assoluto il più acclamato. Arriva il bus degli azzurri quando sono le 19,17: corse per vedere il più possibile, ma poi tutti dentro perchè l’inizio si avvicina. All’interno non mancano momenti di contestazione. Lo speaker annuncia le formazioni, e al nome di Luciano Spalletti piovono fischi. E lo stesso vale per il presidente della Figc Gabriele Gravina, inquadrato dalle telecamere al fianco del sindaco di Reggio, Marco Massari.

Per il presidente è stato anche riservato uno dei pochi striscioni presenti, che recita senza giri di parole: "Gravina vai". Il tutto però, si ricompone nel momento più emozionante, che va al di là di ogni crisi tecnica: l’inno di Mameli, con la banda che intona e lo stadio che canta. Poi, il fischio d’inizio. La Moldavia trova il gol. Gelo. Poi il Var annulla. Gioia. Grande, certo, ma mai come al 40’ quando Raspadori fa 1-0, o come a inizio secondo tempo quando Cambiaso segna il 2-0 (e parte il classico coro "popopo"). Reggio esulta e grida forte, aspettando un giorno il ritorno della Nazionale, magari in clima più sereno e con qualche certezza in più.

Elia BiavardiGiuseppe Marotta