Amedeo Tagliavini morto ustionato. Fatali i fornelli e le fiamme

L'anziano aveva 93 anni ed era ancora molto attivo. "Lo vedevamo sfrecciare col suo scooter elettrico rosso in paese"

L’abitazione dell’anziano ustionato

L’abitazione dell’anziano ustionato

Reggio Emilia, 3 maggio 2022 - Un pomeriggio trascorso in casa. Come sempre. Come tanti altri. In attesa che arrivasse la badante, che ogni giorno lo accudiva come un padre. Ma qualcosa è andato storto. Un movimento fatale.

Amedeo Tagliavini, 93 anni e per tutti ’Argo’, si trovava nella cucina della sua casa, in via Codignolo a Cavriago. È lì che, l’altro ieri, nel tardo pomeriggio, l’hanno soccorso i vigili del fuoco e il personale sanitario. Aveva ustioni sul novanta per cento del corpo. Non ce l’ha fatta. Amedeo è spirato nella tarda notte di ieri all’ospedale Maggiore di Parma, dove era stato trasportato d’urgenza. Avrà probabilmente combattuto con tutte le sue forze contro il fuoco, cercando di estirpare le fiamme dal suo corpo. Ma, una volta ricevute le prime importanti cure dal personale medico, non è riuscito comunque a salvarsi. Probabilmente l’allarme è stato lanciato da qualche vicino di casa, vedendo il fumo fuoriuscire dall’abitazione. Per gli accertamenti su quanto accaduto sono intervenuti anche i carabinieri di Cavriago, allo scopo di capire l’esatta causa dell’incendio e delle successive ustioni al pensionato, che parrebbe chiara: incidente domestico.

Amedeo Tagliavini era il classico esempio della frase "l’età è solo un numero". I 93 anni, per lui, erano solamente anagrafici; così arzillo che usciva spesso da solo con il suo scooter elettrico, anche solo per farsi un giretto in paese. Domenica sera, come tante altre sere, non aveva voglia di aspettare che arrivasse la badante per cenare. E così, mentre era ai fornelli, in un attimo di distrazione, la maglia che indossava ha preso fuoco. Argo - come lo chiamavano gli amici - ha vissuto per una vita intera a Cavriago, dove ha lavorato come contadino. Amava coltivare la sua terra per poi venderne gli ortaggi. E aveva preferito condurre una vita da solitario, privandosi dell’idea di avere una compagna di vita, non si era infatti mai sposato. Su Facebook, con un post, la sua vicina di casa ricorda l’amico: "Ciao Argo, eri rimasto l’ultimo della panchina al parco del palazzetto. Speriamo che lassù li trovi tutti, da Maurizio, Ebe a Dimma. Seduti su una panchina. Ciao" e numerosi sono i messaggi di condoglianze.

«Gli piaceva mangiare ed è finito proprio così, mentre si preparava qualcosa" racconta con voce spezzata Donika Guri, che ha lavorato per quattro anni come badante per un’altra famiglia di Cavriago e aggiunge: "Lo conoscevo bene perché spesso portavo al parco del quartiere i miei anziani ed è lì che ho avuto la fortuna di conoscere Argo". Amedeo ha lasciato il segno nel cuore di Donika: "Lo ricorderò per sempre, mi ricordava mio padre e gli ero molto affezionata. Non amava essere accudito dalla badante – continua – perché è sempre stato molto attivo e voleva fare tutto da solo. Prima di avere problemi alle gambe usciva spesso con la sua bicicletta, dopo ha comprato uno scooter elettrico rosso per anziani. Il rumoroso motore dello scooter di Argo annunciava a tutti il suo arrivo nel viale, prima ancora che si riuscisse a vederlo".

Ylenia Rocco