Al pronto soccorso è arrivato agitatissimo, sotto l’effetto di droghe. E ha colpito un infermiere, di circa 30 anni, al volto, poi un secondo infermiere, 25 anni, che cerva di difendere il collega, con un pugno alla spalla. È accaduto nella notte tra sabato e domenica. E il quadro degli eventi restituisce la visione di un’aggressione con vittime i sanitari – la terza in meno di un mese.
Il minorenne, straniero e residente nel Reggiano, era arrivato al pronto soccorso in uno stato di evidente alterazione psicosifica. Proprio per evitare che la situazione degenerasse, per non farlo stare a contatto con le altre persone in attesa, il 16enne era stato sistemato in una stanza, da solo. Ma lui non voleva starci ed è uscito. Gli infermieri si sono allora avvicinati per calmarlo, invitandolo a tornare dentro la stanza. Lui, per tutta risposta, ha dato un pugno dritto in faccia a uno dei due, poi ha colpito anche l’altro, che cercava di proteggere il collega. Il personale medico e paramedico si è immeditamente attivato e al Santa Maria Nuova sono arrivati i carabinieri del Radiomobile di Reggio, chiamati dai sanitari del pronto soccorso. Gli infermieri hanno riportato, ciascuno, lesioni giudicate guaribili in tre giorni. I militari dell’Arma hanno ascoltato le testimonianze e ricostruito i fatti. Il sedicenne è stato identificato e denunciato alla Procura dei minori di Bologna per lesioni in danno di personale medico. I sindacati sono in rivolta. Solo per citare i casi più recenti, a inizio ottobre un operatore socio sanitario di 38 anni, padre di un bimbo, è stato insultato e quasi strangolato nel bagno dell’ospedale, con minacce di morte: “Ti ammazzo, devi morire”, gli diceva il paziente - un 27enne dell’Appennino reggiano, poi denunciato dalla polizia - mentre stringeva forte, le mani attorno al collo della vittima, che disperatamente dava pugni sul muro sperando di farsi sentire dai colleghi. E a metà ottobre è stato il turno di un’infermiera, aggredita da un 51enne, arrestato dalla polizia.