Angeli e Demoni Ammessi 500 testimoni Bagarre in tribunale fra difesa e procura

Udienza fiume durata dieci ore per il caso del sistema affidi in Val d’Enza. La pm chiede di inserire certe intercettazioni. I giudici decideranno più avanti.

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Angeli e Demoni Ammessi 500 testimoni Bagarre in tribunale fra difesa e procura

di Alessandra Codeluppi

Si è aperto il dibattimento, nel processo con rito ordinario scaturito dall’inchiesta sui presunti affidi illeciti di bambini a Bibbiano, secondo l’accusa tolti alle loro famiglie per essere dati in affido ad altre con motivi pretestuosi: finito alla ribalta col nome ‘Angeli e demoni’, conta 17 imputati tra cui assistenti sociali e altre figure professionali. La lunga udienza di ieri, durata dalle 9.30 alle 19.30 e caratterizzata da qualche tono sopra le righe, consegna un dato certo: sarà un processo dai grandi numeri. Il pm Valentina Salvi ha infatti chiesto di ammettere duecento testimoni, dopo aver domandato di scartarne una trentina di quelli in lista, suscitando l’ira delle difese, che ritenevano alcuni di questi fondamentali. Anche gli avvocati delle parti civili e degli imputati hanno avanzato a loro volta le richieste: in totale il numero dei testimoni dovrebbe aggirarsi sui cinquecento. Ieri sera la Corte dei giudici, presieduta da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini, ha ammesso tutte le richieste, riservandosi però di revocare in futuro qualche testimone nel caso sia ritenuto sovrabbondante. È stato poi fissato un serrato calendario di udienze, due alla settimana, fino a luglio inoltrato e a partire dal 27 marzo, quando, dopo alcune questioni sulle intercettazioni, si inizierà sentendo i testi del pm, a partire dal maresciallo capo Giuseppe Milano, in forza al nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio. Gli avvocati degli imputati hanno rimarcato il ritmo serrato delle udienze, sostenendo che, dopo la recente aggiunta da parte del pm delle aggravanti al reato di falso ideologico per le relazioni dei servizi sociali, non c’è più il rischio di prescrizione. Anche se potranno sollevare il legittimo impedimento nei giorni che coincidono con altri processi fissati in precedenza. All’inizio della giornata, è emerso che nessun imputato ha chiesto riti alternativi. Il pm Salvi ha poi domandato che alcune intercettazioni fossero qualificate come corpi di reato e quindi subito acquisibili: "Si tratta di parole e modalità, compresa la macchinetta dei ricordi, attraverso cui si consuma e si esaurisce il reato". Ha elencato a titolo esemplificativo alcuni episodi contestati, tra i più eclatanti rimbalzati sulle cronaca catturati da queste captazioni: "Nadia Bolognini inseguiva un bambino fingendo di essere il padre. A un altro minore diceva che bisognava fare il funerale del genitore". Sulla macchina dei ricordi diceva che era servita anche durante la guerra in Afghanistan...". Alcune difese si sono opposte, altre si sono riservate di interloquire successivamente. Il collegio ieri mattina ha respinto tutte le eccezioni sollevate dalle difese (nullità dell’avviso di fine indagini per omesso deposito di atti e dei capi di imputazione per indeterminatezza). Sulle intercettazioni come corpo di reato chieste dal pm, i giudici decideranno dopo la trascrizione. Il pm ha anche depositato una memoria, in cui ha sostenuto che alcuni testi della difesa erano privi di motivazione sul piano dell’istruttoria. Poi l’atmosfera si è scaldata dopo che l’avvocato Giovanni Tarquini per il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti ha chiesto di esaminarla, chiedendo tempo (poi concesso fino alle 15). L’avvocato Nicola Canestrini per l’assistente sociale Francesco Monopoli ha parlato di "memorietta dove manca qualche pagina", al che il pm Salvi gli ha intimato: "Non si permetta più": per un attimo i toni si sono alzati e poi il giudice Iusto ha richiamato alla calma. Poi nel pomeriggio la lunga partita sull’ammissione delle prove.