
Pubblico, avvocati e parti civili in piedi nell’aula di tribunale: la manifestazione in segno di supporto ai due avvocati indagati, Mazza e Ognibene (sulla sinistra). Al centro, di spalle, il pm Valentina Salvi
di Alessandra Codeluppi
Clamorosa manifestazione ieri in tribunale: tutti si sono alzati in piedi nell’aula in segno di protesta contro la Procura e per attestare solidarietà agli avvocati Oliviero Mazza e Rossella Ognibene, difensori di Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali in Val d’Enza e principale imputata nel processo denominato ’Angeli e Demoni’ sui presunti affidi illeciti. L’iniziativa si è materializzata davanti al collegio, non appena ha preso la parola il professor Mazza per l’arringa. Tutto nasce dal fatto che i due legali sono indagati per calunnia verso il pm Salvi, su input della Procura reggiana con atti poi trasmessi a quella di Ancona, a partire da un aspetto tecnico: i due legali avevano in passato sollevato l’incompatibilità alla testimonianza delle psicologhe consulenti tecniche del pm.
Una questione che giovedì ha fatto insorgere le Camere penali nazionali, oltre a quella reggiana, che hanno parlato di "effetto intimidatorio verso gli avvocati". Mentre Mazza parlava, in aula sono comparsi diversi avvocati, tra cui i rappresentanti della Camera penale reggiana guidata da Luigi Scarcella. Sono tutti rimasti in piedi, compresi i difensori, gli imputati e il pubblico seduto a destra che segue le udienze. Si è alzato anche un legale di parte civile, Cecilia Soliani: l’idea trapelata dalle parti civili è che venga prima di tutto la tutela del diritto di difesa.
A far divampare la polemica sono anche i tempi in cui ai due avvocati è stato inviato l’avviso di fine indagini, cioè in concomitanza con l’inizio della loro arringa per Anghinolfi. "Stamattina (ieri, ndr) i carabinieri hanno contattato il mio studio per notificare l’avviso di fine indagini per calunnia. I miei collaboratori hanno risposto che ero a Reggio al processo", spiega l’avvocato Mazza. L’atto risultava già depositato dalla Procura di Ancona il 19 maggio, con comunicazione al difensore d’ufficio e richiesta a quest’ultimo di fare la notifica.
I tempi non sono casuali, secondo Mazza: "Avere i carabinieri alla porta dello studio - ha detto in aula - quando si deve discutere un processo di questa portata non è proprio ciò che un difensore auspica". E poi ha ribattuto al procuratore capo di Reggio: "Paci nella nota di trasmissione afferma che Mazza e Ognibene hanno definito “criminosa“ l’attività svolta in questo processo dal pm Salvi. Ma noi siamo sicuri di non aver mai usato quest’aggettivo. L’intervento della Procura di Ancona, e a monte della Procura reggiana, è un atto in grado di limitare la libertà di autodeterminazione dei difensori, e quindi di nuocere a un diritto che per la Costituzione è inviolabile". "Piena solidarietà" è giunta anche dall’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati). L’avvocato Nicola Canestrini ha annunciato di aver investito del caso l’Osservatorio degli avvocati minacciati. Intanto si accendono i riflettori della politica: Enrico Costa, deputato di Forza Italia, ha annunciato un’interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio: "È un fatto gravissimo".
Altra importante novità emersa ieri riguarda la sentenza del processo Angeli e Demoni: sarà pronunciata in luglio. Dopo la chiusura delle arringhe difensive dei 14 imputati, avvenuta ieri, tribunale ha fissato due udienze: il 9 luglio il pubblico ministero Valentina Salvi potrà decidere di replicare alle difese; se lo farà, anche le altre parti potranno riprendere la parola; in via prudenziale fissato anche il 10 luglio. Dopo il collegio dei giudici presieduto da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini, si ritirerà in camera di consiglio per scrivere il dispositivo della sentenza sui 14 imputati, a tre anni dall’inizio del processo che prese avvio l’8 giugno 2022.