Antibiotico, attenti all’abuso. "Così si creano germi resistenti"

L’infettivologo di Villa Verde, Ermanno Gabbi: "Usati spesso in maniera inappropriata"

L’infettivologo di Villa Verde, Ermanno Gabbi

L’infettivologo di Villa Verde, Ermanno Gabbi

Reggio Emilia, 22 marzo 2019 - Abuso degli antibiotici, scatta l’allarme rosso. «Ormai – sottolinea l’infettivologo di Villa Verde, Ermanno Gabbi – cominciano a mostrare la corda nonostante assieme ai vaccini abbiano cambiato la nostra vita».

Dottor Gabbi, qual è l’emergenza attuale sul fronte antibiotici? «E’ il problema delle resistenze dei germi che si stanno diffondendo molto, prevalentemente nelle strutture sanitarie, nelle strutture residenziali, di lungodegenza che si scambiano i pazienti».

In generale c’è un uso inappropriato di questi farmaci? «Sì, valutiamo che vengano usati in una percentuale variabile dal 40 al 50% in maniera non appropriata. Spesso vengono trattate con antibiotici infezioni che non lo richiederebbero, per esempio la bronchite con il catarro o l’influenza. Quando ci sono di mezzo i bambini ancor di più».

Serve quindi un’opera di formazione in primo luogo rivolta ai professionisti della sanità… «Sì, come Ausl la stiamo facendo rivolta ai medici di medicina generale, alla guardia medica, ai farmacisti, ai dentisti».

Perché sta aumentando la resistenza dei germi agli antibiotici? «Quando veniamo sottoposti ad una terapia antibiotica i germi che abbiamo nell’intestino (la cosiddetta flora, il principale sistema di difesa dell’organismo, ndr) vengono sottoposti ad una pressione e loro si adattano sviluppando una resistenza. Più l’utilizzo degli antibiotici è massiccio e più alta è la concentrazioni di pazienti in una struttura, più aumentano le resistenze che - e qui è l’altro tema importante - possono essere trasmesse da una persona altra».

In che modo avviene la trasmissione? «Attraverso le mani (con un passaggio bidirezionale pazienti-personale sanitario-altri pazienti) e l’ambiente».

Quindi è importantissima la prevenzione? «Sì e in questo senso sono fondamentali il lavaggio delle mani da parte degli operatori e la pulizia degli ambienti in generale. Poi bisogna evitare le terapie antibiotiche inutili e soprattutto prolungate».

Quali sono i rischi futuri dell’abuso? «Le proiezioni per le morti dovute alla resistenza agli antibiotici sono disastrose. Si prevede che fra 30 anni saranno più numerosi i decessi per questa causa che per tumore. L’Italia è considerata attualmente tra i Paesi peggiori d’Europa per la diffusione di questi germi (che stiamo tra l’altro importando anche dai Paesi in via di sviluppo). Ed è anche uno dei Paesi peggiori per l’uso dei disinfettanti per le mani, tanto che nel resto d’Europa si parla di incubo italiano».

Quali sono le malattie che possono creare più problemi per la resistenza dei germi? «Al primo posto metterei quelle che colpiscono i pazienti in terapia intensiva, gli immunodepressi, i pazienti candidati ai trapianti. Quelle che consideriamo oggi eccellenze della medicina come le protesi all’anca saranno inficiate dalle infezioni post-operatorie».

Come se ne esce? «Una politica di uso oculato degli antibiotici in primo luogo. Poi evitare che negli ambienti sanitari si creino le condizioni di trasmissione da un soggetto all’altro. Il personale va educato al lavaggio frequente delle mani con le soluzioni apposite. Pensate a quante volte un paziente viene toccato in una mattina da un operatore che dovrebbe lavarsi le mani sempre prima e dopo. Ma in Italia siamo molto indietro nel consumo del gel specifici».