Un anno fa Antonella Barbieri uccise i due figlioletti, disposta una nuova perizia

La 39enne resta alla Rems e dovrebbe essere giudicata con rito abbreviato

Antonella Barbieri

Antonella Barbieri

Luzzara (Reggio Emilia), 24 novembre 2018 - Si va verso il processo con rito abbreviato per l’omicidio di Lorenzo Benatti, di cinque anni, e della sorellina Kim, di due anni, avvenuto nel dicembre dello scorso anno tra Suzzara di Mantova e Luzzara. Accusata del tremendo fatto di sangue è la madre Antonella Barbieri, 39 anni, originaria di Reggiolo ma da alcuni anni residente nel Mantovano, con ultimo domicilio a Suzzara.

Ieri mattina nel tribunale mantovano si è svolta un’udienza in cui è stato dato incarico a un perito, che dovrà valutare lo stato mentale dell’imputata, in vista della scadenza semestrale per poter restare in assistenza alla Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere, dove Antonella si trova ormai da alcuni mesi, in attesa di giudizio. L’udienza di ieri mattina è stata aggiornata al 19 dicembre, data di scadenza dei sei mesi per la permanenza al Rems. Nella prossima udienza il perito dovrà fornire le valutazioni sullo stato mentale della Barbieri. E sarà anche l’occasione per definire il rito processuale con cui l’imputata sarà giudicata per quanto commesso.

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Ieri  non è stato possibile procedere oltre, in quanto è emerso un vizio formale su una notifica destinata ad Andrea Benatti, marito di Antonella e padre dei due bambini uccisi.

Proprio la posizione di Benatti risulta stralciata da tempo dall’inchiesta, ritenuto al di fuori di ogni responsabilità su quanto accaduto, così come gli operatori sanitari che avevano avuto in cura la Barbieri, i quali erano stati indagati nella prima fase dell’inchiesta, che ha voluto far luce pure su possibili leggerezze o omissioni. Il giudice Matteo Grimaldi ha dunque disposto la nuova perizia su Antonella, che dovrà essere illustrata il 19 dicembre. In aula non c’era l’imputata, difesa dall’avvocato Federica Ghesini. La vicenda aveva scosso le comunità della Bassa reggiana e mantovana.