Anziano molesta sessualmente la badante, condannato a un anno e otto mesi

L’uomo l’avrebbe toccata usando un giocattolo erotico. La pena è stata sospesa

Avrebbe molestato la badante avvicinandosi di spalle e sfiorandola con un giocattolo erotico. Lui, un anziano di Montecchio, che ha 72 anni, è stato condannato per violenza sessuale: ieri il collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ha deciso per lui 1 anno e 8 mesi, con la pena sospesa, riconoscendo l’ipotesi lieve del reato e le attenuanti generiche.

I fatti al centro della contestazione sono avvenuti nel gennaio 2018, quando la donna, italiana, aveva 58 anni. L’uomo, allora 67enne, cercava una badante perché aveva problemi di salute.

Lei, originaria di Avellino, è andata nell’abitazione accompagnata dal figlio, poi ha deciso di rimanere a lavorare.

Ma nello stesso giorno si sarebbe verificato l’episodio poi confluito nel processo: la donna, mentre era impegnata a ordinare la biancheria nei cassetti, sarebbe stata raggiunta alle spalle dall’anziano, che l’avrebbe toccata usando il giocattolo erotico. Lei ha trascorso la notte nell’abitazione, mentre il giorno dopo si è sentita dire dal padrone di casa di andare via: "Io non cercavo una badante, ma una compagna che vivesse con me".

Prima di allontanarsi definitivamente dalla residenza, la donna ha sporto denuncia ai carabinieri. Risulta che all’epoca l’uomo avesse gravi problemi alla vista, peggiorati fino a portarlo alla cecità.

Ieri la donna, che è comparsa in aula per essere sentita dopo che non si era presentata per diverse udienze, ha confermato i fatti da lei denunciati ormai cinque anni fa.

L’imputato, assistito dall’avvocato Vainer Burani, ha reso dichiarazioni spontanee negando gli addebiti.

Il pm Maria Rita Pantani, ritenendo l’uomo responsabile del fatto a lui contestato, ha chiesto 2 anni e 3 mesi di condanna.

La difesa ha invece sostenuto che non ci fosse la prova del reato contestato e che le dichiarazioni della parte offesa erano state molto confuse, e ha chiesto l’assoluzione.

Alessandra Codeluppi