Appalti pilotati, collegio da riformare Incompatibili due giudici su tre

Il processo sulle presunte gare irregolari al via ieri in tribunale ha subito già un rinvio dell’udienza. La presidente Beretti e il collega togato Ghini si erano già espressi su alcune questioni preliminari

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È iniziato ieri mattina il processo sulle presunte irregolarità contestate per alcuni appalti del Comune, ma pochi minuti dopo l’udienza è stata rinviata al 21 dicembre. Due dei tre giudici del collegio sono risultati incompatibili. La presidente Cristina Beretti si era espressa in via cautelare sul sequestro di cellulari e altro materiale. Durante le indagini preliminari Giovanni Ghini aveva autorizzato le intercettazioni al centro dell’impianto accusatorio della Procura, concentrate tra luglio 2016 e gennaio 2017. Il terzo giudice è Donatella Bove. Ieri è stato lo stesso giudice Beretti a sollevare la questione.

"Secondo noi, non sono utilizzabili le captazioni tra l’estate e l’inverno 2017 – sostiene l’avvocato Liborio Cataliotti, legale di Santo Gnoni –. Sarà la prima questione che porremo". Già in udienza preliminare si era discusso a lungo sull’utilizzabilità delle intercettazioni.

Su Beretti, Cataliotti precisa: "Lei non sarebbe stata incompatibile, in base a un pronunciamento della Corte costituzionale sul giudice che presiede il tribunale del riesame che decide sul sequestro. Ma apprezziamo la decisione che ha preso per motivi di opportunità".

L’avvocato Ernesto D’Andrea, difensore dell’ex dirigente alla mobilità Alessandro Meggiato e di Nando Rinaldi, presidente Istituzione scuole, parla anche di "problema di anzianità per determinare il presidente della Corte", Gnoni, avvocato ed ex dirigente del servizio legale del Comune, è considerata la figura-chiave dell’inchiesta condotta dai pm Valentina Salvi e Giulia Stignani, che hanno coordinato il lavoro della Finanza. Sono contestati appalti per un totale di 27 milioni, di cui 25 riguardano quello sui servizi della mobilità affidati al Consorzio Tea. Ieri nessuno dei 20 imputati, accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti e falso in atto pubblico, era presente in aula. Sono state anche depositate le liste dei testimoni, tra cui figurano il sindaco Luca Vecchi e l’ex sindaco, ora senatore, Graziano Delrio, citati dalle difese.

Cataliotti fa notare come nell’elenco dei testi della Procura manchi l’ingegnere Domenico Romaniello, che nel 2018 venne chiamato come consulente nel pool investigativo. "Secondo noi, con tutto il rispetto per la sua professionalità, non si poteva affidare a un ingegnere la valutazione sulla giuridicità o antigiuridicità di atti amministrativi".

al.cod.