Appello del neo prefetto "Interdittive antimafia da sole non bastano I reggiani ci aiutino"

Maria Rita Cocciufa si presenta: priorità alla lotta contro la criminalità "Cittadini e imprenditori non chiudano gli occhi, serve tolleranza zero". E sulle devianze giovanili: "Chiesa, sport e scuole lavorino con noi".

Appello del neo prefetto  "Interdittive antimafia  da sole non bastano  I reggiani ci aiutino"

Appello del neo prefetto "Interdittive antimafia da sole non bastano I reggiani ci aiutino"

di Daniele Petrone

"Possiamo fare tutte le interdittive del mondo, ma la prevenzione passa dalla consapevolezza di tutti, associazioni, cittadini e imprenditori, che sulle infiltrazioni mafiose debba esserci tolleranza zero". Il nuovo prefetto di Reggio, Maria Rita Cocciufa ha le idee chiare su cosa serva per vincere la battaglia contro la criminalità organizzata. E chi meglio di lei, siciliana d’origine (è di Lentini, in provincia di Siracusa) e proveniente da Agrigento dove ha diretto la prefettura per tre anni. Il suo è un appello simile a quello che fece clamore nella Valle dei Templi ("Servono buoni esempi nell’imprenditoria, altrimenti la mafia non si sconfigge", disse in sintesi) e che ricalca in parte quanto detto dal suo conterraneo Gaetano Calogero Paci, procuratore capo di Reggio, pochi mesi fa ("Devono collaborare per contrastare le infiltrazioni", chiosò in soldoni al Carlino). "Serve colpire tutto ciò che è marcio – insiste il prefetto – e tutelare la parte sana che è la stragrande maggioranza. Qui ci sono tutte le condizioni per far vincere il bello della società, ma gli anticorpi vanno sempre rafforzati. Anche la più piccola metastasi non può essere ignorata perché nel tempo può causare danni enormi. Occorre tenere sempre alta la guardia, la ’ndrangheta è raffinata e per certi versi anche più della mafia siciliana. Qui non si spara, non si chiede il pizzo, oggi la criminalità organizzata riesce a infilarsi in modo subdolo".

Il prefetto Cocciufa si è insediata ufficialmente da due giorni ("Avrei dovuto farlo una settimana prima, ma a causa del maltempo e dell’attività dell’Etna, la chiusura dell’aeroporto di Catania ha posticipato il mio arrivo"). Ieri – oltre ad incontare il sindaco di Reggio Luca Vecchi e il presidente della Provincia Giorgio Zanni – si è presentata alla stampa e ha tracciato le priorità di lavoro. "Il primo pensiero – premette – va alle popolazioni della Romagna colpite dall’alluvione che sapranno rimboccarsi le maniche e rialzarsi, perché ho già capito quanto gli emiliano-romagnoli siano persone operose. Reggio è stata risparmiata, ma le ripercussioni economiche arriveranno anche qui. E dobbiamo farci trovare pronti perché gireranno tanti soldi per la ricostruzione e come per il Pnrr, serve impegnarci a prevenire le insinuazioni dei tentacoli della mafia".

Non manca poi di toccare temi molto locali. Dalla zona stazione alle devianze giovanili: "La sicurezza è un tema che mi sta a cuore. Reggio mi ha colpito a primo acchito per il suo ordine, ma proprio perché qui ci sono standard alti di benessere, la percezione di insicurezza c’è anche nelle piccole cose. Baby gang? Il fenomeno è diffuso in tutta Italia. Occorre lavorare, ma non devono farlo solo le forze dell’ordine in ottica repressiva o le istituzioni e le scuole. Ma anche la Chiesa e lo sport. Credo fortemente nella prevenzione che passa per il sistema educativo. E se c’è una cosa che mi hanno detto funzionare in questa realtà, è la grande sinergia tra tutti i mondi". Infine un richiamo anche all’immigrazione, lei che ha gestito gli sbarchi a Lampedusa: "Il fenomeno in Emilia è meno sentito, ma va sempre monitorato".

In prefettura si attende ora anche la nomina del nuovo vicario dal momento che Salvatore Angieri è stato promosso prefetto ad Oristano.