Reggio Emilia, in due anni rubate 46 armi. Cresce il traffico clandestino

La Squadra Mobile in prima linea per fermare il sottobosco criminale. Nello stesso periodo la polizia ha fatto 9 arresti e confiscato 227 pistole e fucili

Il traffico d'armi è in crescita

Il traffico d'armi è in crescita

Reggio Emilia, 9 novembre 2020 - Dalla sparatoria di piazza del Monte a Reggio fino alle due recenti rapine di Scandiano. Nell’ultimo periodo la provincia reggiana è stata terra di crimini eclatanti a cui – per fortuna – non si è abituati. Tra i diversi fenomeni che proliferano nel sottobosco illecito c’è anche il traffico clandestino di armi che assume contorni preoccupanti così come in tutta Italia. Secondo i dati forniti dalla Questura, in tutta la provincia, nel 2019 sono stati registrati 8 furti in abitazione con un totale di 20 armi rubate, mentre da gennaio 2020 ad oggi sono stati 5 con 26 armi asportate. "Sono proprio queste armi – spiega il dirigente della squadra mobile, Guglielmo Battisti – che al 99% finiscono per alimentare il giro di armi illegali. Ma il criterio geografico non è applicabile. Non sappiamo dove vada a finire un’arma rubata a Reggio, perché non è detto che resti sul territorio. Lo dimostra anche l’ultimo episodio relativo a Gaetano Lombardi, il presunto autore della sparatoria in centro storico di tre settimane fa, la cui Beretta 6,35 è risultata rubata in un furto d’abitazione a Reggio Calabria. Com’è arrivata qui? Ed è andata anche bene perché la matricola non era abrasa come invece accade nella maggior parte delle volte. Lo fanno per evitare l’accusa di ricettazione e per renderci impossibile risalire al furto". È una nicchia invece il traffico di armi da guerra come bombe a mano o armi abilitate allo sparo a raffica che non si trovano nel mercato legale (mentre quelle da collezionismo devono essere cimeli resi inerti). "Ogni tanto qualcuno spunta, come l’esempio di Rocco Longo, il 56enne arrestato nel settembre 2019 da personale delle Volanti, che deteneva nella sua abitazione di Baragalla persino una bomba a mano...Queste sono armi che per forza di cose provengono da un mercato clandestino, penso anche all’attentato del Bar Pendolino ad opera di Paolo Bellini (‘la primula nera’, ndr) che aveva utilizzato una bomba a mano da offesa", racconta Battisti. Un distinguo importante è tra armi da offesa o da difesa. "Queste ultime sono più ‘facili’ da trovare – continua il dirigente – perché, in ragione della loro finalità, si trovano in casa, a portata di mano. Quelle da offesa per noi sono difficilissime da individuare e, quando si rinvengono, è complesso riuscire ad attribuirne la paternità perché, solitamente, sono sotterrate o occultate, lontano da abitazioni. Modalità tipica della criminalità organizzata? Sì, ma non solo. Anche se per diversi condannati del processo Aemilia, detenere, anche legalmente, un’arma rappresentava una sorta di status symbol". Significativa e importante l’attività della divisione amministrativa della polizia che nel 2019 ha revocato 93 armi e 2.221 munizioni, mentre nell’anno corrente sono state 134 armi e 1.850 munizioni quelle ritirate cautelarmente in via amministrativa per svariati motivi (presunti stalker o persone sottoposte ad indagine per altri reati). Per esempio, nel corso della esecuzione recente ‘Operazione Billions’ è stata sequestrata (all’indagato Domenico Vasapollo, ndr) un’arma illegalmente detenuta ma, al contempo, sono state ritirate, cautelarmente, altre tre armi legalmente detenute da persone indagate. Il record risale al 2014 (Claudio Borrelli, ndr) col ritiro cautelare di quasi tremila armi da fuoco e decine di migliaia di munizioni detenute a Bagnolo da un unico soggetto. "Che fine fanno le armi sequestrate? Vengono catalogate ed inserite dalla Polizia Scientifica in un sistema, denominato Ibis, per verificare se, in passato, siano state utilizzate per consumare reati. Le armi, poi, se utili alle indagini vengono depositate all’ufficio corpi di reato o ad uffici deputati alla custodia della armi", illustra Battisti. Riguardo agli arresti messi a segno da Mobile e Volanti, nel 2019 sono state arrestate 6 persone per detenzione illegale di armi. Nel 2020 siamo a quota tre. Infine, per quanto concerne le rapine, il dirigente lancia un appello importante: "Solitamente chi è avvezzo a questo tipo di reato tenta di evitare l’accusa, e la conseguente condanna, per porto illegale di un’arma comune da sparo. Generalmente compiono rapine sia con riproduzioni di armi da fuoco – con tappo rosso o senza, l’accusa di rapina a mano armata scatta comunque – sia con armi bianche tipo cutter. Questa è la statistica ma la priorità resta l’incolumità personale e, quindi, consiglio di considerare, sempre, l’eventuale rapinatore armato di un’arma vera pronta a fare fuoco e di non reagire mai. La rapina alla sala scommesse Admiral, per esempio, nell’agosto 2018 venne consumata con una pistola vera con il colpo in canna e sventata grazie alla professionalità del personale della Squadra Volanti".