Arrestato l’assassino di Aniello Iazzetta Raptus di gelosia, l’ha ucciso a mani nude

Milan Racz, slovacco di 34 anni, risulta già conosciuto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e la persona. Ora è rinchiuso nel carcere di La Spezia dove gli è stato notificato il ’fermo indiziario’ dai carabinieri del Nucleo Operativo di Reggio

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di Nicola Bonafini

Lo ha ammazzato con le sue nude mani. Fracassandogli la testa contro i muri della casa. Molto probabilmente, perché colto da un raptus incontrollabile di gelosia. I carabinieri del Nucleo Operativo del Comando di Reggio Emilia, hanno impiegato meno di ventiquattro ore per arrivare ad identificare l’assassino di Aniello Iazzetta. il 51enne di origini campane, è stato trovato morto, riverso nel suo letto, nell’appartamento che condivideva con un coinquilino in via Stalingrado 3, una delle viuzze che si affacciano sulla via Emilia in direzione Parma.

Il presunto omicida è Milan Racz, 34 anni, di nazionalità slovacca, senza fissa dimora, ma ultimamente stabilizzatosi a Reggio, nonché già conosciuto dalle forze dell’ordine per reati compiuti contro il patrimonio e la persona. Giovedì, Racz e la compagna (una donna ucraina) sono stati fermati nell’area portuale di La Spezia dai carabinieri del comando locale, e, in base agli elementi probatori raccolti sulla scena del crimine, il sostituto procuratore Valentina Salvi, titolare dell’indagine sulla morte di Iazzetta, ha emesso un provvedimento di ‘fermo di indiziato di delitto’, eseguito nella città ligure.

Questi i passaggi fondamentali della vicenda.

Il ritrovamento. Aniello Iazzetta viene ritrovato, mercoledì scorso, nel primo pomeriggio, con la testa fracassata, riverso sul letto del piccolo appartamento al primo piano, di via Stalingrado 3. A dare l’allarme con una chiamata alla Centrale Operativa dei Carabinieri, è un vicino di casa che, non avendo più notizie di lui dal sabato precedente è entrato in casa e lo ha trovato esanime. I militari, dalla Sezione Radiomobile, a quella Operativa, sino agli esperti in rilevamenti scientifici, si alterneranno sino a sera inoltrata per eseguire tutti i rilevamenti possibili, ed a ricercare quegli elementi probatori per indirizzare al meglio le indagini. Che iniziano subito.

La ‘dinamica’. E’ la serata di sabato 12 giugno. Iazzetta si trova a casa sua con un amico e con una donna di nazionalità ucraina – la compagna di Racz -. Al trio si aggiunge anche un’altra persona, quella che occupa il solaio sovrastante la casa della vittima, ma che, poco dopo, e – soprattutto – prima che avvenga ‘il fattaccio’ si allontana per rientrare nella sua stanza. Da un clima apparentemente sereno, improvvisamente la situazione precipita. La donna riceve la telefona di un Racz su tutte le furie, che minaccia di raggiungere il gruppetto presso la casa di Iazzetta e picchiare i due uomini presenti. Non trascorre nemmeno un quarto d’ora che il 34enne slovacco, si fa aprire la porta, e ‘pronti via’ assesta una testata all’amico di Iazzetta, poi si avventa su di lui, ed a mani nude, con una violenza senza precedenti, prende la vittima e gli sbatte la testa contro il muro adiacente alla porta del bagno, causandogli traumi talmente gravi da portarlo alla morte in tempi brevi: "E’ una persona con una struttura fisica sicuramente importante – argomenta il maggiore dei carabinieri, Luigi Scalingi, che ha seguito da vicino tutte le attività d’indagine sull’omicidio – Sicuramente ha la forza per poter fare male ad una persona, senza bisogno di particolari strumenti di offesa". Una volta compiuto l’omicidio, insieme alla compagna, si allontana dall’appartamento non prima di aver tentato – maldestramente – di ‘lavare’ in modo grossolano le tracce di sangue presenti un po’ ovunque nell’appartamento. Racz e la compagna, nel lasciare l’abitazione di Iazzetta, si sono impossessati del suo cellulare (per poi disfarsene poco dopo) e delle chiavi di casa (infatti l’appartamento era chiuso dall’esterno, con doppia mandata).

Il cranio fracassato. I rilievi tecnico-scientifici compiuti dal personale specializzato dei Carabinieri eseguiti in via Stalingrado mercoledì pomeriggio, sia sul cadavere che sugli ambienti dell’appartamento, oltre alla diagnosi compiuta dal medico legale, hanno confermato come si sia trattato di morte violenta, causata dalle gravissime fratture multiple a livello facciale e della scatola cranica. L’esame autoptico, il cui esito non c’è ancora, eseguito presso il Policlinico di Modena, quasi sicuramente confermerà quanto desunto dal medico legale e dai tecnici intervenuti sul posto

Il raptus. Il movente è quasi sicuramente la gelosia. Lo spiega ancora una volta il maggiore Scalingi: "Abbiamo ragione di ritenere, che il fatto di sapere che la sua donna (di Racz, ndr), fosse in presenza di due sconosciuti, abbia fatto scatenare nell’uomo una reazione di gelosia fortissima che lo ha portato a compiere un gesto di inaudita violenza". Ciò che si sa, dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, che la compagna dell’indagato ha conosciuto Iazzetta e il suo amico su un autobus di una delle linee che attraversano la città. Da lì ’il resto è storia’, come si suol dire.

L’accusa. Tutti gli elementi raccolti dai carabinieri, sono stati posti all’attenzione della dottoressa Salvi che, nella serata di giovedì, dopo una valutazione complessiva degli elementi probatori che sono scaturiti da questa indagine lampo condotta dal Nucleo Operativo, ha emesso un provvedimento di ‘fermo indiziario’ per il reato di omicidio aggravato dai futili motivi e dall’aver agito con crudeltà, oltre a quello di furto. Una volta ottenuto il provvedimento, i carabinieri del Comando reggiano si sono recati a La Spezia, dove l’hanno notificato a Milan Racz, che si, trova, al momento, rinchiuso nella locale casa circondariale. La compagna del 34enne è, contestualmente, indagata per favoreggiamento.