Droga Reggio Emilia, ha come vicini di casa gli agenti di polizia. Arrestato pusher

E' stato arrestato prima di avere il tempo di traslocare. Il ragazzo spacciava in zona stazione e aveva effettuato almeno 500 cessioni di eroina, cocaina e marijuana

Cocaina

Cocaina

Reggio Emilia, 24 giugno 2019 - Non è il massimo della 'fortuna', per uno spacciatore di droga, avere come 'vicini di casa' gli agenti di una stazione di Polizia. Proprio questo è invece capitato a Reggio Emilia ad un pusher nigeriano di 23 anni, residente in zona stazione arrestato nei giorni scorsi, che da marzo non mancava di lamentarsi nel quartiere della riapertura del presidio della Polizia di Stato di via Turri, annunciando l'intenzione di traslocare quanto prima.

Non ne ha avuto il tempo perchè è finito in manette insieme al suo coinquilino, un connazionale di 31 anni, con cui condivideva oltre che l'appartamento a pochi metri dall'ufficio delle Forze dell'ordine, l'attività "esclusiva e continuata" di spaccio di stupefacenti.

I due operavano in zona stazione, prevalentemente vicino al supermercato coop di via Sani e al campo di basket di via Turri. Le indagini della Polizia, partite a febbraio e realizzate con appostamenti e intercettazioni telefoniche hanno ricostruito almeno 500 cessioni di eroina, cocaina e marijuana. In più, nell'appartamento dei due giovani, gli agenti hanno trovato dosi di eroina gia' confezionate e presumibilmente pronte per lo spaccio al minuto.

La vendita di piccole quantità di droga alla volta, secondo gli investigatori, non era casuale ma un "modus operandi" appositamente pianificato. La Polizia ha quindi esteso le ricerche anche ai "fornitori" dello stupefacente, identificandone alcuni nelle due donne nigeriane arrestate lo scorso 13 maggio con 33 ovuli di cocaina in corpo, nascosti nella pancia e nei genitali.

Tutta l'operazione, spiega il capo della squadra Mobile reggiana, si è svolta infine "d'intesa con la Procura, in modo da contestualizzare con più dati possibile la situazione dello spaccio in stazione".

I due nigeriani, infatti, non sono stati arrestati in flagranza di reato mentre vendevano le singole dosi, ma "in differita", per raccogliere altri elementi di colpevolezza a loro carico, come ad esempio l'acquisto di una partita di tre etti di droga. In sede di convalida dell'arresto degli stranieri, il giudice ha potuto cosi' disporre per entrambi la custodia cautelare in carcere e contestare il reato di spaccio "non di lieve entita'".