"Assalto all’alba a Pieve, rapina aggravata". Il pm vuole il carcere

Due giovani arrestati a Pieve per vari reati, tra cui ricettazione, violazioni stradali e rapine. La Procura chiede la custodia cautelare in carcere.

"Assalto all’alba a Pieve, rapina aggravata". Il pm vuole  il carcere

Polizia di Stato e polizia locale sul luogo dell’assalto (archivio)

Sono chiamati a rispondere di una sfilza di reati i due giovani arrestati per gli episodi delle auto assaltate a Pieve, all’alba del 9 ottobre. Si tratta di un 18enne di origine albanese, con cittadinanza italiana, e di un reggiano di 19 anni, residenti in città, identificati al culmine delle indagini della squadra mobile, coordinate dal pubblico ministero Maria Rita Pantani. Secondo il questore Giuseppe Maggese, non si sarebbe trattato di un’azione criminale "ma di una bravata". Devono rispondere in concorso di ricettazione di una Punto rubata in luglio a una donna. Il solo 18enne è accusato di violazioni del codice della strada: sia perché non ha mai conseguito la patente, sia per aver tamponato, al volante della Punto, una Fiat Idea condotta da un uomo per poi andare via senza soccorrerlo (lui ha avuto una prognosi di una settimana). A entrambi si contestano due episodi di rapina aggravata. In un caso, per aver fermato alle 5 del mattino una Dayhatsu guidata da un uomo: l’albanese avrebbe aperto la porta dicendo "Scendi fra" e il reggiano avrebbe dato un pugno sul vetro della portiera, lato passeggero, per poi rubargli la macchina. Nell’altro episodio, per aver bloccato una Panda guidata da una donna, intimandole "Scendi scendi che non ti facciamo nulla"; poi il reggiano l’avrebbe tirata fuori e scaraventata a terra, in presenza del 18enne, per poi darle calci e prendere l’auto. Per le ferite alla donna, guaribili in tre giorni, si aggiunge l’accusa di lesioni. Per l’albanese si ravvisa anche la recidiva reiterata negli ultimi cinque anni per furti. Il 18enne, difeso di fiducia dall’avvocato Francesco Cupello, e il 19enne reggiano, assistito dall’avvocato d’ufficio Massimiliano Primiterra, sono comparsi ieri davanti al giudice Luca Ramponi per la convalida. Il pm Pantani ha chiesto la custodia cautelare in carcere, dove già si trovano a seguito dell’ordinanza emessa dal gip, mentre le difese hanno domandato i domiciliari vista la disponibilità data dai genitori. Il giudice si è riservato la decisione.

Alessandra Codeluppi