ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Assolta una madre che era accusata di sottrazione di minore

Voleva mettersi in salvo con il proprio figlio dal marito che a suo dire la maltrattava. Ma è finita a...

Voleva mettersi in salvo con il proprio figlio dal marito che a suo dire la maltrattava. Ma è finita a processo con l’accusa di sottrazione di minore, dalla quale lunedì è stata assolta. È la doppia vicissitudine che ha dovuto affrontare una madre di origine marocchina: la donna, oggi 36enne, chiese aiuto alla Casa delle donne, dicendo di voler lasciare l’abitazione che condivideva col marito. Le operatrici, in accordo coi servizi sociali di Scandiano, organizzarono per lei l’uscita dalla casa in Appennino insieme al figlioletto di 5 mesi, per proteggerli. Ma il giorno successivo, nella sera del 27 aprile 2021, il marito si rivolse ai carabinieri, dicendo di non aver più trovato a casa la moglie e il figlio: scattarono le ricerche per tutta la notte, poi emerse il vero motivo della loro scomparsa. Nonostante tutto, la donna è finita a processo chiamata a rispondere di sottrazione di minore, accusa dalla quale lunedì il giudice Luigi Tirone l’ha assolta: un verdetto che, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, è stato chiesto anche dal pubblico ministero. L’imputata, difesa dall’avvocato Federica Riccò - sostituita in aula dall’avvocato Giulia Incerti - è stata ascoltata nel processo.

Secondo quanto emerso, la madre lamentò già nel dicembre 2020 rapporti conflittuali col marito e contattò la Casa delle donne dicendo di subire vessazioni. In questi anni lei non ha formalizzato una denuncia per maltrattamenti verso il padre. Quattro mesi dopo, chiese di nuovo aiuto. Il 26 aprile 2021 la coppia litigò e intervennero i carabinieri di Carpineti: davanti a loro, e anche al marito, la donna annunciò che sarebbe andata al Centro antiviolenza.

Il giorno dopo fu organizzato il suo allontanamento: nella mattina del 27 aprile, mentre l’uomo era al lavoro, lei lasciò la casa insieme al neonato. La sera stessa, il marito si rivolse ai carabinieri di Baiso, denunciando la scomparsa di moglie e figlio: un allarme che attivò immediatamente le ricerche. Poi il 28 aprile 2021, la situazione fu chiarita: la Casa delle donne inviò al mattino un telegramma al marito, annunciando che la moglie e il bambino erano stati messi in protezione. Lei è poi stata raggiunta da un decreto di citazione a giudizio in cui le si imputava di "aver prelevato il figlio e di averlo condotto in località ignota, senza l’autorizzazione del padre con potestà genitoriale congiunta e contro la sua volontà". Durante l’udienza di lunedì, è stata ascoltata un’operatrice del Centro antiviolenza, Rossana Borghi: "Mesi prima da una dottoressa ci arrivò una segnalazione da una dottoressa su maltrattamenti alla donna. Poi fu lei, nell’aprile 2021, a chiederci aiuto: voleva uscire di casa col figlio. L’uscita dell’abitazione fu concordata coi servizi sociali di Scandiano. Quel giorno le mandammo un taxi per portarla in albergo. Il mattino dopo, col consenso della donna, inviammo un telegramma al marito. È una procedura - ha spiegato - che seguiamo per tutte le donne che hanno figli minorenni".

Ora la donna vive in un appartamento insieme al bambino e la loro situazione è seguita dai servizi sociali; in questi anni il padre, mai denunciato dalla donna, ha potuto incontrare il figlio.

Alessandra Codeluppi