
Sara Marzolino ad un corteo di Aq16, studiava a Bologna all'Università
Reggio Emilia, 12 maggio 2025 – La luce di Sara Marzolini, 22 anni, nota attivista reggiana, si è spenta per sempre in un attimo fatale ad un semaforo. Che pochi minuti dopo illumina tristemente il lenzuolo che avvolge il suo corpo. Resta solo lo strazio. È morta investita a Genova nel cuore della notte di ieri. Stava attraversando la strada in compagnia di un’amica che era andata a trovare per passare un weekend insieme nella città della Lanterna, quando intorno alle 4,30 è stata centrata in pieno da un’auto guidata da una guardia giurata.
L’INCIDENTE
Un impatto devastante, poi sbalzata contro un semaforo ad un incrocio in via Buozzi, nel quartiere Dinegro, nella zona del termina del porto dove attraccano le navi da crociera. Il conducente ha chiamato immediatamente i soccorsi, ma per Sara non c’è stato nulla da fare. Ogni tentativo di rianimarla da parte del personale sanitario arrivato con l’ambulanza, è risultato vano. È deceduta sul colpo. Praticamente illesa l’amica, che è stata comunque portata all’ospedale di Villa Scassi per accertamenti: era sotto choc.
LE INDAGINI
Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, è arrivata anche la polizia locale che ha effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica e accertare eventuali responsabilità. Come da prassi, la procura di Genova ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio stradale. L’autista è stato già sottoposto agli esami tossicologici, ma è risultato negativo. Al vaglio però la velocità che teneva e si sta cercando di capire se il semaforo fosse rosso o verde al momento del suo passaggio. Ma in quel punto non c’è un attraversamento pedonale e le due ragazze si trovavano in mezzo alla strada.
IL RITRATTO
Sara si è sempre impegnata per il sociale. Sognava un mondo migliore e per questo si batteva con tutte le sue forze. Fin dai tempi del liceo Canossa si unì ai collettivi studenteschi ed era diventata la portavoce dei Fridays for future, il movimento ambientalista fondato da Greta Thunberg. Attualmente studiava Scienze Politiche all’università di Bologna e si era avvicinata all’associazione Lab Aq16, fino a diventarne una delle referenti. A maggio 2023 con le Brigate di Mutuo Soccorso aveva organizzato una raccolta di beni di prima necessità per aiutare gli alluvionati dell’Emilia-Romagna. E un mese fa, da vera pasionaria, era col megafono in mano a guidare il corteo antifascista per le vie del centro storico di Reggio, con fumogeni colorati in mano e un sorriso sgargiante di chi si batte per un ideale. Un esempio, al di là di come la si pensi politicamente, per i giovani di oggi troppo spesso seduti e avari di emozioni.
FAMIGLIA NEL DOLORE
Una perdita che strazia il cuore di mamma Antonietta, di papà Alessandro – operaio metalmeccanico della Ferrari Gbw, che alle ultime elezioni comunali si era candidato come consigliere tra le fila di Sic (l’alleanza fra Sinistra Italiana e Rec-Reggio Emilia in Comune di cui faceva parte, in appoggio alla coalizione di centrosinistra). Da lui, Sara aveva preso il dna battagliero e di impegno. Così come il fratello Andrea, anch’egli attivista con la sorella in Aq16 e sempre in prima fila ai cortei e alle manifestazioni.
LA PIOGGIA DI RICORDI
"Da sempre sensibile alle ingiustizie, Sara ha sempre offerto tutta se stessa per costruire un mondo migliore. Era solare, altruista e combattiva. Lascia un vuoto immenso . La sua forza, il suo impegno politico e la sua umanità non saranno mai dimenticati, ma saranno innervati nelle battaglie che idealmente continueremo a combattere insieme a lei", il commovente addio degli spazi sociali. "Ciao compagna", scrive Cosimo Pederzoli di Sinistra Italiana, partito che si unisce al cordoglio così come Europa Verde e Possibile. "Sara è stata una voce limpida e determinata nelle lotte per la giustizia climatica e sociale. La sua generosità, il suo impegno e la sua capacità di prendersi cura degli altri lasciano un vuoto profondo in tutta la nostra comunità", così la ricorda Coalizione Civica. Anche il sindaco Marco Massari le rivolge un pensiero: "Nella nostra città aveva scelto di impegnarsi in attività sociali, di dedicare tempo e energie agli altri, in particolare ai più fragili. A nome della città e dell’Amministrazione, ci uniamo al dolore della famiglia".