Atto d’amore di Vacis alla moglie "Racconto il suo libro con Lella Costa"

L’evento domani ai Chiostri in omaggio ad Antonia Spaliviero e al suo romanzo "La compagna Natalia"

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di Stella Bonfrisco

Lella Costa e Gabriele Vacis – domani alle 17,30 ai Chiostri di San Pietro, con ingresso libero – raccontano e leggono il libro (postumo) di Antonia Spaliviero "La compagna Natalia".

Un evento, organizzato dalla Luc (Libera Università Crostolo) per salutare la fine dell’anno accademico. Antonia Spaliviero, moglie di Gabriele Vacis, scomparsa nel 2015, fondatrice (insieme al marito) del Laboratorio Teatro Settimo, nella cintura torinese, ha dedicato la vita alla scrittura per il teatro ed al teatro fuori dai teatri: dalle scuole alle fabbriche.

Gabriele Vacis, com’è nato e ha preso vita questo romanzo?

"Antonia teneva diari da quando aveva tredici anni. Dopo alcuni anni dalla sua scomparsa, quando mi sono sentito pronto, li ho aperti e ho iniziato a leggerli. Mi sono subito reso conto che non si trattava di resoconti della quotidianità, ma di veri racconti, di un romanzo. Così ho iniziato a ‘riordinare’ e mettere insieme le storie. Anche con l’aiuto di nostra figlia. Il risultato è questo libro che racconta l’adolescenza di due amiche".

E ha pensato subito di pubblicarlo?

"Sinceramente, no. Pensavo di stampare per conto mio un certo numero di copie, da regalare ad amici. A chi aveva conosciuto e voluto bene ad Antonia. Poi Lella Costa mi ha detto che dovevo pubblicarlo, perché bellissimo. Dello stesso parere Sellerio, che lo ha pubblicato ed è uscito a febbraio scorso. E ne sono contento, perché la risposta che ho dal pubblico dei lettori è positiva. Emerge tanto dalle presentazioni che sto facendo".

Si può immaginare che quella di domani ai Chiostri di San Pietro non sarà una presentazione come le altre, vista la presenza di Lella Costa...

"Infatti. Con Lella di fianco tutto diventa teatro. E il libro stesso si presta. Diciamo che Lella farà una lettura teatralizzata di alcune pagine e io creo le connessioni".

Lei crede che da questo libro potrebbe nascere uno spettacolo?

"Penso di sì. Potrebbe anche diventare un film, perché la curiosità verso quegli anni dei giovani è molto forte: il 68, la ribellione dalle convenzioni, il desiderio di libertà sono temi che affascinano le nuove generazioni". Continuerà ad attingere dai diari di Antonia per fare nascere nuovi romanzi?

"L’intenzione c’è, perché già vivono dentro".

Lei è stato direttore artistico della Fondazione I Teatri dal 2013 al 2017. Torna volentieri a lavorare nella nostra città? "Reggio è nel mio cuore e io sono sempre molto felice di tornare".