Ha raccontato di essersela cavata, da quando è in Italia, con lavori in nero fatti in campagna e come muratore. Lui, un albanese di 35 anni, Zekaja Mariglen, sottoposto a espulsione nel 2019 a Cuneo, è stato sorpreso dalla polizia stradale nel corso di un controllo sull’A1 a Campegine. Dopo un controllo della targa sulle banche dati attraverso il tablet, è emerso che la macchina su cui viaggiava era senza copertura assicurativa. Gli agenti lo hanno fermato ed è emerso che era irregolare sul territorio italiano: per lui sono scattate le manette per reingresso illecito nel nostro Paese. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per lui il pm Cristina Piera Giannusa ha chiesto il divieto di dimora in provincia. L’avvocato difensore Paolo Bertozzi ha domandato che fosse lasciato in libertà e ha sollevato un difetto di giurisdizione. Nei documenti giudiziari si accenna a un suo rientro in Ungheria avvenuto nel 2021, dunque prima di quello in Italia: motivo per cui secondo il legale lui dovrebbe essere giudicato non qui, ma nel Paese dell’Est. Il giudice Andrea Rat ha convalidato l’arresto e applicato l’obbligo di firma, fissando in ottobre il processo con direttissima.
al. cod.