Reportage a Baiso, il paese martoriato dalle bombe d’acqua

Viaggio nelle frazioni colpite dai nubifragi: tutti con le pale in mano. Strade però ripristinate a tempo record e il sindaco Corti riapre le scuole

Reggio Emilia, 6 giugno 2023 – Col sudore si lava via il fango dalle case e dai cortili. Le infaticabili braccia dei montanari d’Emilia liberano dalla melma le strade riaperte a tempo record. Le frazioni di Baiso si rialzano immediatamente dopo le due violente bombe d’acqua che hanno colpito duro prima sabato e poi domenica. A mezzanotte di ieri erano già state rese accessibili la Sp19 e poi nel pomeriggio anche via Casoletta.

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Il sindaco Fabrizio Corti, dopo un summit in prefettura, ha ordinato il ritorno sui banchi di scuola oggi dopo le chiusure di lunedì in tutto il Comune. La pioggia – quasi incessante anche ieri, con piccole tregue nell’arco della giornata – non è stata intensa ed è diventata quasi una buona notizia. Ma le paure e le preoccupazioni, visto il meteo inclemente fino a metà settimana, restano. Nessuno sfollato, solo qualcuno che ha preferito dormire con tranquillità dai parenti.

Le case divorate dal fango a Baiso
Le case divorate dal fango a Baiso

"Speriamo bene", si esclama tra un sospiro, una pausa e l’altra a Ponte Secchia. È il luogo più colpito, proprio dove il canale tracimato a monte, in località Costa Alta, ha esploso tutta la sua furia a valle.

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"Sembrava uno tsunami in quelle scene da film", dicono gli abitanti che incontriamo lungo il nostro viaggio di ieri. C’è ancora l’acqua che sgorga a cascata, con la strada transennata tutt’attorno e due uomini della protezione civile a fare da guardia. Ma già ieri all’alba, quella montagna di fango e detriti che sembrava insormontabile e che abbiamo visto nelle foto – sui social di domenica e sui giornali di lunedì – è stata in parte portata via e in parte accatastata a bordo strada. I primi a finire nel mirino della valanga marrone è un’abitazione. La cancellata che delimita il giardino è stata parecchio danneggiata e l’ingresso del cortile invaso dal fango.

I proprietari non si sono fermati un secondo con vanghe, pale, ruspe e l’aiuto di uno spurgo. Proprio qui davanti infatti è stato rotto parte del canale per permettere una deviazione affinché l’acqua andasse direttamente nel Secchia (che resta comunque per ora su un livello che non preoccupa) attraverso i campi, senza inondare tutto il paese. A pochi metri però il fango ha colpito l’autofficina ‘River Car’ e solamente di striscio la bottega alimentare ‘La dispensa’ che sorge di fianco al vecchio caseificio. Il fiume di fango non si è fermato però dinanzi al ponte dove ci sono alcune abitazioni che hanno visto scenari apocalittici passare di fronte alle loro finestre. Anche qui si spala e si lavora per recuperare i colori migliori in questo angolo verde.

Ma il nubifragio non ha provocato danni solo a valle. Saliamo verso Gavia, una frazione nella frazione di Debbia. Un pezzo di paradiso con villette bellissime e in posizione panoramica che domenica hanno visto l’inferno vissuto nelle settimane scorse in Romagna. "La vede quella casa lassù? C’era un metro e mezzo d’acqua...", ci indica e spiega un volontario della protezione civile. E proprio da quella abitazione, gli abitanti accumulano stracci e detriti. È stata la prima ad essere colpita a monte dal canale esondato. "La mia casa è un po’ più protetta e non è stata invasa, ma in giardino è comunque arrivata un po’ di schifezza", racconta un anziano. Che insieme ad un altro amico, con tanto di cagnolino al guinzaglio, è venuto a dare una mano – così come tanti si sono offerti tra telefonate ai residenti e messaggi sui social – a chi ha dovuto trascorrere la nottata a svuotare garage e vialetti. Proprio a Gavia tecnici, uomini dal cuore e dalle mani d’oro della protezione civile si sono fermati per un break a pranzo offerto dai residenti. Gnocchino, salume, succhi di frutta e un po’ di lambrusco che non guasta mai per recuperare lo spirito. Breve pausa e poi di nuovo con pale e scope in mano. Una signora guarda attonita dal balcone, "ma il peggio è passato", dice. Ma poi quasi ad esorcizzare il meteo, guarda il cielo: "Sperom bèin...".

Saliamo ancora, a monte, in via Casoletta. È qui che è partito tutto, nel cuore del dissesto. Tre tecnici al lavoro coi bobcat cercano di ripristinare anche con reti di protezione una bella fetta di strada completamente divorata dall’erosione dell’acqua del canale tracimato. "Guarda lì, proprio dietro quel cassonetto, nel campo si vede il disastro che ha provocato la forza della natura". Ci affacciamo e si vedono alberi, rami abbattuti e tantissimi detriti. Da qui si vede tutta la valle e Ponte Secchia dall’alto. Immaginate la potenza di ciò che ha portato giù la valanga...