Bancario accusato di lesioni all’ex fidanzata

Lui l’avrebbe presa per il collo, oggi vorrebbe incontrarla. L’avvocato Occhinegro: "Nessuna proposta di risarcimento alla mia assistita"

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di Alessandra Codeluppi

La loro convivenza si era trasformata in un incubo, fatto di litigi per gelosia e anche notti a base di droga e alcol. Poi, il 4 novembre, arrivarono alle mani: ci fu una colluttazione e la donna chiamò la polizia, raccontando che lui l’aveva presa per il collo. Gli agenti accorsero nella loro casa, in città, e arrestarono l’uomo in flagranza di reato.

Lei andò al pronto soccorso per una ferita alla mano - prognosi di cinque giorni - e vi ritornò per una seconda visita. Lui fu sottoposto a misura cautelare per qualche mese e poi tornò libero. La donna è stata seguita dai servizi sociali e anche dal centro di salute mentale: a seguito di quell’ episodio, ha iniziato ad assumere antidepressivi. In dicembre ha sporto denuncia anche per maltrattamenti, sostenendo che lui la vessasse da tempo per gelosia: assistita dall’avvocato Alessandro Occhinegro, ha prodotto testimonianze e documenti.

Entrambi sono 40enni: lui lavora nel settore servizi finanziari; lei faceva le pulizie part time, guadagnando 750 euro al mese, prima di rimanere disoccupata. La donna era andata a vivere nella casa di proprietà del compagno, da cui lui, dopo la turbolenta vicenda di novembre, le ha dato lo sfratto. Sui presunti maltrattamenti in famiglia, reato stralciato, c’è un procedimento penale a parte tuttora aperto. Per le lesioni, l’uomo ha ottenuto ieri mattina dal giudice Matteo Gambarati la messa alla prova, su richiesta dell’avvocato difensore Giuseppe Caldarola. "Il mio assistito lavora ed è incensurato – spiega il legale –. Inoltre da novembre non sono state più fatte segnalazioni di illeciti a suo carico, tanto che non è stata ravvisata la pericolosità sociale". Non solo: "Lui si è detto disponibile a fare un percorso di giustizia riparativa. È disponibile a dare un risarcimento e a incontrare la persona offesa". Ma nella donna, costituita parte civile, si mescolano cautela e scetticismo. Pesa "l’assenza, almeno finora, di una proposta di indennizzo: se non arriverà – dichiara l’avvocato Occhinegro – chiederò alla Procura di impugnare la messa alla prova".

Finora la donna è rimasta ad abitare nella casa di lui, che è invece tornato dai genitori. Nei prossimi giorni è fissata l’udienza sullo sfratto, che potrebbe diventare esecutivo nei prossimi mesi. La donna non ha alcun contratto di locazione in quella casa. Altre tensioni erano sorte dopo l’arresto, quando lui talvolta era andato nella propria abitazione. "Ora aspetteremo per vedere se l’imputato farà una proposta economica – afferma Occhinegro – fondamentale sia per arrivare a una conciliazione, sia per permettere alla mia assistita di poter affrontare la questione casa dopo lo sfratto".