
Lunedì si è svolto il tavolo interistituzionale presieduto da Prefettura e Comune "La prevenzione è essenziale, sradica i paradigmi culturali alla base degli abusi".
Dopo le 276 vittime registrate nel 2024 non si ferma l’impegno delle istituzioni reggiane contro il fenomeno della violenza sulle donne. Lunedì si è riunito in Prefettura il tavolo interistituzionale che, dal 2006, cerca di arginare il fenomeno sul territorio con diverse azioni. E proprio la loro efficacia è stata esaminata nella riunione presieduta dal Prefetto Maria Rita Cocciufa e da Annalisa Rabitti, assessora alle Pari Opportunità del Comune. All’ordine del giorno, quindi, il supporto e la tutela rivolta alle donne vittime di violenza da un punto di vista giuridico e sociale, il tema della vittimizzazione secondaria, quello della formazione degli operatori e delle operatrici che accolgono le vittime e il recepimento delle normative specifiche come la ’Convenzione di Istanbul’ e il ’Codice Rosso’. Infine, l’azione di prevenzione nelle scuole superiori di tutta la provincia. "Le attività di prevenzione sono un tassello importante in quanto consentono di sradicare i paradigmi culturali alla base della violenza sulle donne offrendo prospettive diverse, nuove consapevolezze e soprattutto gli strumenti di lettura delle dinamiche che sottendono la violenza attraverso l’individuazione dei campanelli d’allarme", ribadiscono gli enti che compongono il tavolo antiviolenza.
Dal confronto è emersa la volontà condivisa di rafforzare ulteriormente la rete territoriale, intesa come un "sistema di accoglienza adeguata, ascolto attivo e sostegno che accompagni le donne verso l’autonomia e la libertà". Un sistema che non si limita al monitoraggio dei dati, ma promuove risposte concrete ed efficaci attraverso il lavoro integrato tra istituzioni, servizi e associazioni.
In quest’ottica, sarà avviata una mappatura "delle principali criticità nel sistema di rete che sarà oggetto di un ulteriore incontro tra i soggetti coinvolti".
Un impegno, quello reggiano, che affonda le radici nel 1997 con l’apertura del Centro antiviolenza ’Casa delle donne’, gestito dall’associazione Nondasola con il sostegno del Comune. Da allora, Reggio con convinzione "sostiene i diritti civili e umani promuovendo la valorizzazione delle differenze per la prevenzione e il contrasto di ogni violenza maschile sulle donne e discriminazione sessista", promuovendo la valorizzazione delle differenze e la difesa dei diritti civili e umani.
Data la rilevanza del problema, sono tantissime le istituzioni coinvolte nella rete: oltre alla Provincia partecipano infatti le forze dell’ordine – Questura e Comando provinciale dei Carabinieri –, il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl – Servizio Medicina Legale e Gestione Rischio Clinico –, l’Ufficio scolastico provinciale, il Cpo dell’Ordine degli Avvocati di Reggio e il forum donne Giuriste, il Servizio Area Cura della Comunità e della Città Sostenibile e lo staff Ufficio Pari Opportunità del Comune.