Battaglia in tribunale sull’incidente mortale L’avvocato della vittima contesta la perizia

VEZZANO

È battaglia legale sulla morte di Ennio ‘Gigi’ Motti, 93 anni, che ha perso la vita in un incidente stradale sulla statale 63. Il legale dei parenti della vittima non condivide le conclusioni a cui è giunta la Procura sul tragico impatto avvenuto il 9 dicembre. E si oppone all’archiviazione chiesta dal pm per l’automobilista che lo investì, indagato per omicidio stradale. Il pensionato è stato colpito alle 21.10 proprio davanti a casa sua, mentre attraversava la strada, da una Bmw condotta da un 22enne del posto. I carabinieri avevano contestato al ragazzo la guida senza documento, la velocità non commisurata al luogo e la mancata precedenza sulle strisce. Il pm Piera Cristina Giannusa ha disposto una consulenza tecnica e altrettanto ha fatto l’avvocato Giuseppe Caldarola, che rappresenta i familiari della vittima. "A nostro avviso il consulente della Procura è incorso in alcuni errori. Parla addirittura di ‘balzo felino’ fatto dall’anziano, dandogli la colpa dell’incidente: ma lui è morto sulle strisce. Poi sono stati trovati capelli sul parabrezza, mentre lui sostiene che l’automobilista non lo abbia ferito", sostiene Caldarola. "Si dice anche che l’auto andasse ai 40-50 all’ora: in un tratto in discesa è impossibile che sia andata così". Un mese fa il pm ha chiesto l’archiviazione, a cui l’avvocato Caldarola si è opposto.

Ora il gip dovrà decidere se disporre l’archiviazione o nuove indagini. L’indagato è difeso dall’avvocato Nino Giordano Ruffini: "Crediamo all’esito dall’attività svolta dalla Procura. Dimostreremo l’assoluta estraneità del mio assistito alle contestazioni".

Alessandra Codeluppi