Beatrice Lotti, ballando oltre i limiti. E ora è campionessa italiana

Ha 17 anni e la sindrome di Down: "Voglio andare agli europei"

Beatrice Lotti dietro il bancone del locale ‘Salvioli’ in via Emilia San Pietro mostra  la medaglia conquistata sabato alla gara di Rimini

Beatrice Lotti dietro il bancone del locale ‘Salvioli’ in via Emilia San Pietro mostra la medaglia conquistata sabato alla gara di Rimini

Reggio Emilia, 11 luglio 2018 - Tra un caffé e l’altro accenna un passo di danza, in mezzo al bar. Per un attimo il bancone e il palco sono la stessa cosa. E lo sono davvero, quando si ha lo spirito dell’arte dentro: le luci della ribalta si accendono, sempre. «Lei è nata per starci, su un palco», racconta la madre, con gli occhi che luccicano. E sul palco ci è finita per davvero, e non solo. Anche più in alto, sul podio, al primo posto. Ed è andata ancora più su, ballando non con le stelle, ma oltre i limiti, quelli che gli altri talvolta vedono, ma che forse esistono solo negli occhi di chi guarda. Non certo nei suoi, in quelli di Beatrice Lotti, una 17enne di Quattro Castella (ne compirà 18 il 2 agosto) che ha la trisomia 21 (sindrome di Down). Appena un anno fa ha iniziato a ballare i latino-americani. Sabato a Rimini ha vinto il campionato nazionale di danza nella sua categoria (combinata over 16, classe B, settore paralimpico). Primo posto in Italia, sudore, lacrime di gioia e sorrisi, con tanto di morso alla medaglia.

Ma la sua gara più importante Beatrice l’ha vinta, e alla grande, in questi mesi: «All’inizio, quando ha cominciato le lezioni con noi, non ci credeva. ‘Non ci riesco’, diceva. Poi ha fatto di tutto e di più, da sola, grazie alla sua forza», racconta la sua maestra di danza, Jessica Gorini, della palestra ’Dance for life’ di Rubiera – titolare il compagno Marco Aloisi, entrambi sono di Campagnola – che le ha insegnato i primi passi a ritmo di musica, che, lezione dopo lezione, allenamento dopo allenamento, hanno portato Beatrice lontano. A Rimini, top e gonnellina blu, accompagnata da Andrea Miari – ballerino normodotato di Arceto, pure lui della scuola di Rubiera – la 17enne ha sbaragliato la concorrenza, fatta di altre cinque coppie nel suo settore (una sessantina gli atleti parecipanti alle varie gare del settore paralimpico). Sinuosa, elegante, immersa nei ritmi di cha cha cha, rumba e jive – i tre balli in cui si è esibita – Beatrice ha annullato titubanze, diffidenze, diversità, conquistato la giuria e non solo, e soprattutto superato se stessa.

«Ho cominciato a ballare perché lo zio Gianni mi ha detto che avevo la musica nel sangue. Così mi sono buttata», racconta lei. E lo conferma la madre: «Già a cinque anni Beatrice guardava i tutorial dei balli su Youtube, e si muoveva a ritmo», racconta Elena Filippi, che gestisce il negozio di bomboniere ‘Bonbonblù’ in via Papa Giovanni XXIII. «Poi, grazie a una mia conoscente, Michela Creston che insegna danza classica alla scuola di Rubiera, l’idea di iscriverla al corso», dove ha trovato chi ha saputo prenderla per mano e tirare fuori la ballerina che è in lei. Non dev’essere stato difficile: «Beatrice è un’esplosione di emozioni – racconta ancora Gorini –. Lei è così: all’inizio quando va in pista appare un po’ turbata, ma poi nel ballo dà tutta se stessa». Beatrice non vuole fermarsi: ora che, dopo la vittoria, è passata dalla classe B alla A, intende imparare altri balli, «samba e paso doble», ci racconta, e provare a gareggiare «agli europei, magari ai mondiali». Intanto ha ricevuto i complimenti e l’abbraccio di Raimondo Todaro, star della trasmissione tv ‘Ballando con le stelle’: «È il suo mito. Un anno fa si erano sentiti al telefono. Quest’anno, a Rimini, Beatrice lo ha incontrato dal vivo: una grande emozione».

La ragazza, che frequenta la quarta B all’istituto alberghiero ‘Motti’, ora sta facendo uno stage al bar ‘Salvioli’ in via Emilia San Pietro. Ieri mattina, sopra l’abito nero da lavoro, spiccava il nastro tricolore al collo con la medaglia. «Ha imparato in un attimo a preparare i caffé e le brioche. Sa fare tutto e si trova a proprio agio con i clienti: siamo davvero soddisfatti – racconta Tania Salvioli –. Ma soprattutto, con il suo sorriso e la sua gioia di vivere, Beatrice ci sta dando tanto». Ieri, a salutare la campionessa dietro il bancone, tra la macchina del caffé e le paste, c’erano uno striscione appeso con i palloncini a forma di cuori rossi – «La numero uno è qui!» – e un bel mazzo di fiori. Entrano i clienti per la colazione, fanno i complimenti, qualcuno chiede anche un autografo. Lei accenna davanti a tutti una mossa di balli caraibici. Tutti sorridono e applaudono. Il sogno è diventato realtà, ed è appena cominciato.