"Il Covid c'è ancora e serve cautela"

Tra due giorni in tutto il Paese molte restrizioni non saranno più valide. Ragni (Ordine dei Medici Reggio Emilia): "Bene lo stop agli obblighi, ma l’epidemia non si ferma, serve responsabilità"

Il dottor Pietro Ragni, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Reggio Emilia

Il dottor Pietro Ragni, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Reggio Emilia

"Non c’è dubbio che molte precauzioni debbano continuare a essere adottate. L’epidemia c’è ancora...e non sta calando".

Tra pochi giorni, per la precisione da dopodomani, sarà dichiarato finito lo stato d’emergenza, che ha legato tutti finora a restrizioni per contenere il contagio da Covid-19. Una data che segna un cambio di passo rispetto agli ultimi due anni e mezzo, anche se al contempo. Secondo il dottor Pietro Ragni, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Reggio nonché ex Risk-Manager dell’azienda Usl, la realtà è che si naviga ancora a vista - tant’è vero che nelle ultime settimane i casi sono aumentati. "C’è un tempo e un luogo di cui tener conto" dice.

Dottor Ragni, cosa intende con questa frase?

"Voglio dire che gli scenari possono cambiare. Adesso, mentre noi parliamo, a Hong Kong la pandemia continua a causare tantissime morti, cosa che un mese fa non si sarebbero nemmeno sognati potesse accadere".

Quindi secondo lei quella di interrompere lo stato d’emergenza è una scelta prematura?

"Io ritengo sia prematuro interrompere le precauzioni, ma non gli obblighi. Le persone devono cominciare a vivere in un clima con meno contrapposizioni tra favorevoli e contrari, o tra nemici e amici. Va recuperata una convivenza pacifica e questo, per forza di cose, passa anche dall’assunzione di responsabilità dell’individuo in primis".

Come l’autosorveglianza se si è positivi. Lei è fiducioso?

"Quando mi capita di vedere degli assembramenti, in genere le persone portano la mascherina, allo stesso modo il distanziamento, per quanto fastidioso, di solito si mantiene. Sono queste le misure necessarie. Oltre alla vaccinazione per chi ancora non l’ha fatta. Contro la variante Omicron 2 sono importantissime, almeno le prime due dosi".

La frase: “Bisogna convivere col virus“ si sente da due anni ormai, ma forse questo è davvero il momento di iniziare a farlo.

"Sì, ma ripeto: è essenziale tenere a mentre che lo scenario può cambiare e ogni previsione, se fatta, non può essere definitiva. Per questo sono perplesso, e non poco, riguardo la possibilità di chiudere i due Osservatori nazionali che fanno capo all’Iss e al Cts. Almeno uno deve rimanere attivo, secondo me, perché non possiamo permetterci di smettere di monitorare l’andamento del virus. Sul tracciamento va bene, ma serve comunque mantenere un quadro dettagliato con indicatori precoci sull’evolversi dell’epidemia. I casi vanno indicati rapidamente e ci aspettiamo che l’impatto del virus continui a essere sempre meno forte. C’è da sperare però che l’autunno prossimo sia diverso dai due appena passati".