Bibbiano news, una mamma. "Volevano togliermi mio figlio, l'indagine li ha fermati"

Il Tribunale dei Minori le aveva già sospeso la responsabilità genitoriale. "Consegna la bimba a una baby sitter"

Una manifestazione per i bimbi di Bibbiano

Una manifestazione per i bimbi di Bibbiano

Reggio Emilia, 31 luglio 2019 - Stringe a sé il figlio adolescente, nella speranza che nulla possa dividerli come sembrava fosse imminente. Ha incontrato tante difficoltà, nella sua storia di moglie e madre. Ha avuto un marito che l’avrebbe maltrattata, da cui lei si è separata tre anni fa e che ha denunciato. E poi problemi economici, la difficoltà di portare avanti una famiglia numerosa tra relazioni spezzate e i due figli ancora minorenni: un adolescente e una figlia più piccola. Ma Giovanna (nome di fantasia, ndr), una donna che abita in Val d’Enza, non si è persa d’animo. 

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Appena un mese prima che scoppiasse l’inchiesta ‘Angeli e demoni’, ha ricevuto un decreto provvisorio del tribunale dei minori di Bologna, datato 20 maggio, che ha disposto la sospensione dalla responsabilità genitoriale per lei e l’ex marito, nominando come tutori i servizi sociali, e l’affidamento dei due figli ad altre famiglie. Poi il giudice minorile ha deciso, alla luce dell’indagine sui fatti di Bibbiano, di rivedere la sua pratica: intanto il tribunale ha nominato un consulente tecnico, uno psicologo, che dovrà rivalutare la sua capacità come madre. Una capacità che era stata bocciata dei servizi sociali della Val d’Enza, adducendo «soprattutto per la madre», aspetti di «rilevante e inaccettabile trascuratezza». 

Quali? «La bambina dopo la scuola è consegnata a una baby sitter, i minori non hanno un’alimentazione regolare», oltre ad altri disagi dei figli. Un anno fa i servizi sociali avevano spedito una relazione di aggiornamento sulla famiglia, stilata da personale dell’Ausl non coinvolto nell’inchiesta, ma ‘vidimata’ dalla responsabile dei servizi Federica Anghinolfi e dalla coordinatrice Marietta Veltri, entrambe ai domiciliari, che tratteggia un quadro molto pesante. 

«Ho vissuto un calvario – afferma Giovanna – e capisco l’angoscia dei genitori a cui hanno tolto i figli. Io sono fortunata: a me non è successo solo perché l’inchiesta ha bloccato tutto». La donna racconta di essersi rimboccata le maniche il più possibile: «Ho trovato un lavoro part time e pago anche alcuni debiti del mio ex. Pure lui ha un’attività, ma finora a noi non ha versato nulla. Ho cambiato casa. Non è vero che ho trascurato gli incontri con i servizi sociali. Siamo stati chiamati poche volte – racconta lei – e poi non veniva neppure fissato un calendario degli appuntamenti in base ai miei impegni di lavoro... ». 

La donna contesta anche la questione baby sitter: «Mi aiuta nel pomeriggio, seguendo mia figlia e altri bambini». Nella relazione si fa riferimento alle sue «fragilità»: «La madre tende a minimizzare o a giustificarsi con l’essere sola a dover gestire i suoi figli e pertanto non sempre in grado di far fronte a loro e a tutte le proprie necessità». La donna si è affidata all’avvocato Paola Soragni: «Se c’è una fragilità – commenta il legale – è quella di una madre che chiede sostegno, è triste per il suo vissuto e va aiutata, senza aggiungere ulteriori traumi». 

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