Bibbiano processo, la mano pesante del pm: "Sei anni a Claudio Foti"

’Caso-Affidi’. Requisitoria durissima di Valentina Salvi. Le famiglie dei bambini chiedono provvisionali da 5 a 50 mila euro, oltre al risarcimento

Claudio Foti

Claudio Foti

Bibbiano (Reggio Emilia), 16 ottobre 2021 - Il profitto conseguito sulla pelle dei bambini, tra le fondamenta di quello che è stato ribattezzato ‘sistema Bibbiano’. È uno dei punti su cui il pm Valentina Salvi ha insistito più a lungo, nela sua requisitoria-fiume che ha sfiorato le sette ore: tanto ha parlato ieri la titolare dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’, per illustrare e argomentare le fonti di prova individuate dalla Procura nei confronti di Claudio Foti.

Lo psicologo è uno degli imputati-cardine dell’inchiesta che ha fatto discutere l’Italia, sui presunti affidi illeciti di bambini da parte di assistenti sociali della Val d’Enza e altri operatori. Per il professionista di Torino, 70 anni, anima del centro ‘Hansel e Gretel’ i cui operatori fecero terapia sui minori a Bibbiano, il pm ha chiesto sei anni di condanna: una domanda che include la continuazione dei reati e lo sconto di un terzo dovuto al rito abbreviato (tra i 24 imputati, chiesto solo da Foti e dall’assistente sociale Beatrice Benati).

Il magistrato, che ha coordinato il lavoro dei carabinieri, si è soffermata per quattro ore sull’accusa di abuso d’ufficio, contestata a Foti in concorso con altri, tra cui il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, l’ex responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi e l’assistente sociale Francesco Monopoli: figure, queste, che il pm ha citato soffermandosi sull’affidamento della psicoterapia, secondo l’accusa avvenuta senza bando pubblico, al centro ‘La Cura’ di Bibbiano, dove a Foti e ai suoi colleghi sarebbe stato assicurato di fare le sedute a 135 euro all’ora contro la media di 60-70, prezzo ritenuto fuori mercato e che mai, secondo il pm, sarebbe stato approvato se fosse stata indetta una gara. Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, che aveva chiamato a testimoniare una sua segretaria, il pm Salvi ha insistito molto anche nel delineare un Foti a conoscenza dalle trattative e più che interessato all’alto tornaconto economico.

La requisitoria ha poi virato sui reati di frode processuali e lesioni ravvisati ai danni di una ragazzina che lui sottopose tra il 2016 e il 2017 a psicoterapia, secondo la Procura "con modalità suggestive, ingenerando in lei la convinzione di essere stata abusata dal padre e dal socio" e causandole depressione. Sull’episodio che è stato al centro di uno scontro tra i consulenti dalla difesa - gli psichiatri Luigi Cancrini e Mauro Mariotti ne hanno elogiato la professionalità - e della Procura, il pm ha contestato a Foti l’intento doloso: nella sostanza, Foti, pur essendo un professionista di lungo corso, avrebbe praticato psicoterapia in modo distorto accettando volontariamente il rischio di causare danni alla ragazzina. E, tutto questo, al fine di lucrare sui bambini, attività diventata molto redditizia.

Lui, invece, si era difeso sostenendo che voleva solo aiutarla. Parola, poi, alle parti civili, che si sono tutte associate alle richieste del pm. A partire dall’avvocato Elena Fabbri, per l’associazione Gens Nova, che si è soffermata a lungo sul reato di lesioni e sulle tecniche di psicoterapia adottate. Le famiglie dei bambini hanno chiesto i danni: provvisionali immediatamente esecutive tra i 5mila e i 50mila euro, e poi il risarcimento. A partire dall’avvocato Vincenzo Belli, che tutela la ragazzina su cui Foti praticò la psicoterapia, la sorella e i genitori. E anche gli avvocati Nicola Tria e Marta Rovacchi, che assistono due fratellini di origine africana e un’altra bambina, al centro degli affidi contestati e i loro familiari costituiti parte civile. Anche gli enti pubblici hanno chiesto corposi ristori per la vicenda Foti: l’Unione Val d’Enza (avvocato Valeria Miari) ha domandato 150mila euro di risarcimento e altrettanti ne ha domandati l’Ausl reggiana (avvocato Roberto Mariani) che ravvisa danni patrimoniali e morali. La Regione (avvocato Mariano Rossetti) ha domandato 50mila euro e la pubblicazione della sentenza. Hanno quantificato anche il Comune di Montecchio (avvocato Romina Ferrari in sostituzione di Enrico Della Capanna) e il ministero della Giustizia (avvocato Uliana Casali). Nella prossima udienza toccherà alla difesa, affidata agli avvocati Giuseppe Rossodivita e Andrea Coffari.