"Bisogna andare incontro ai giovani"

Antonella Festa di Sinistra Italiana sottolinea l'importanza di una profonda riflessione sugli episodi di violenza giovanile e sulla necessità di una lettura più complessa e meno securitaria. Occorre prevenire e tutelare, non criminalizzare. Educare al consumo e al benessere, non alla marginalità.

"Bisogna  andare incontro  ai giovani"

"Bisogna andare incontro ai giovani"

"Dobbiamo andare incontro al disagio giovanile". A dirlo è Antonella Festa (nella foto) di Sinistra Italiana che interviene sugli episodi di violenza ormai quotidiani che stanno riempiendo le cronache. Da ultimo l’episodio di Caivano, nel napoletano, dove si è consumato uno stupro di gruppo.

"Tutto ciò impone anche a noi una profonda riflessione – In molti si stanno esprimendo sottolineando diversi aspetti della questione, anche il Governo ha deliberato un Decreto che dovrebbe diventare operativo nei prossimi giorni, è necessaria una lettura della questione un po’ più complessiva e meno ‘securitaria’". E ancora: "Ci accorgiamo spesso e criminalizziamo chi abbiamo lasciato andare alla deriva, chi non abbiamo tutelato quando trovano altri tipi di soluzioni: droga, violenza, crimini che sono solo la punta dell’iceberg, con l’aggravante che diventano esempi negativi e stili di vita. Intervenire in questi contesti non è semplice, sarebbe sempre più semplice prevenire ma forse in un regime capitalista si è ritenuto più importante ‘educare’ al consumo, a creare cittadini clienti di falso benessere o addirittura schiavi.

Sempre più spesso si cancellano anche quelle poche tutele che hanno tentato di aiutare chi non ha possibilità di sopravvivenza, si mantiene il lavoro ai minimi termini come salario e come sicurezza. Si fa fatica a riconoscere un salario minimo. Quando vediamo bambini e ragazzi dediti allo spaccio, al lavoro precoce, alla marginalità più completa, allo sforzo più totale per emergere in qualche modo nei loro gruppi sociali di appartenenza dove si coltiva l’ideale del massimo profitto con il minimo sforzo, come facciamo a non capire che è da lì che bisogna ripartire. Dove sono gli educatori, gli assistenti sociali, i professionisti dell’educazione che si prendono cura di tutti i ragazzini, in accordo con le scuole?"