
Rischio di crolli, rallenta la bonifica della porzione dello stabilimento Inalca dove sono collocate le celle frigorifere colme di tonnellate...
Rischio di crolli, rallenta la bonifica della porzione dello stabilimento Inalca dove sono collocate le celle frigorifere colme di tonnellate di carne putrefatta, che il caldo rende bombe batteriologiche puzzolenti, con relativi disagi dei residenti della zona, costretti a subirne i miasmi.
Sebbene tutta l’area resti sotto sequestro, il procuratore Paci ha autorizzato l’accesso per gli interventi di pulizia.
L’assessora all’Ambiente Carlotta Bonvicini ha spiegato che gli operatori sono riusciti a svuotare solo la parte più esterna dell’area, mentre l’interno resta inaccessibile per motivi di sicurezza: "Ci sono problemi strutturali: la struttura è a rischio di crollo. Hanno potuto intervenire solo nella parte più prossima all’estremità, cioè esterna, ma la situazione è più complicata di quanto si pensasse, perché le celle frigorifere sono collocate nella zona più interna ed è pericoloso anche solo entrarci".
Per affrontare la nuova criticità, con i Vigili del Fuoco si sta organizzando una task force "per raggiungere anche le più parti interne. Ciò comporterà un ritardo nei tempi previsti, poiché inizialmente si pensava di risolvere tutto intervenendo solo nella parte esterna, ma non è sufficiente".
Prosegue parallelamente la bonifica dell’amianto nel Parco della Resistenza, chiuso per consentire l’intervento della ditta Reggiani, incaricata (e pagata) da Inalca. I lavori sono svolti con attenzione, comprendendo anche lo sfalcio dell’erba per evitare la dispersione di materiali: "Con l’Ausl abbiamo convenuto che fosse la cosa più risolutiva. Sono stati trattati anche i margini del parco, dove erano stati trovati alcuni microframmenti dopo la prima bonifica".
Al termine, la ditta invierà un verbale all’Ausl per certificare la completa bonifica, condizione necessaria per la riapertura del Parco. Infine, su richiesta del Comune, sono stati bonificati anche alcuni giardini privati e aree pubbliche (tra cui una casa nell’area retrostante lo stabilimento) dove erano stati trovati microframmenti.
Nel quartiere di San Prospero, vicino alla ferrovia, sono stati svolti nuovi controlli e bonifiche per garantire un’azione il più capillare e risolutiva possibile.
Francesca Chilloni