
E’ rimbalzato il nome di un reggiano illustre – Muccio Ruini, uno dei padri della Costituzione – all’Assemblea #Confindustria2023 che si è svolta ieri nell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma.
Alla convention, cui ha preso parte una delegazione reggiana guidata dalla presidente Roberta Anceschi, hanno preso parte le massime autorità dello Stato, dal presidente Mattarella alla premier Meloni.
Nella sua relazione Carlo Bonomi, presidente Confindustria, ha additato ad esempio Ruini. un reggiano eccellente, Meuccio Ruini.
"Preferisco non addentrarmi nella valutazione degli schemi di riforma istituzionale avanzati dai partiti, in merito alla forma di Stato (autonomia differenziata) e alla forma di Governo (presidenzialismo o premierato). Sulla prima abbiamo offerto il nostro meditato contributo, sulla seconda ci riserviamo di farlo non appena le riflessioni politiche si saranno consolidate – ha premesso Bonomi che, citando Meucci, presidente della Commissione dei 75 che aveva redatto il progetto di Costituzione, ricorda che "fu il primo a levare un monito sul fatto che vi era uno scarto significativo sul compromesso alto realizzato nella Parte Prima della Costituzione, quella relativa a principi e diritti, rispetto agli strumenti istituzionali, deboli, previsti nella Parte Seconda".
Ha aggiunto Bonomi: "Veti e bandierine avevano avuto la meglio sulla scelta di una efficace democrazia governante. Nel susseguirsi degli anni, ho sempre visto riprodursi analoghe diffidenze e distinti interessi a breve di partiti contrapposti, contro ogni ipotesi di riforma organica costituzionale. Come presidente di Confindustria l’unico vero appello che mi sento di rivolgere alle forze politiche è di tenere bene a mente le parole di Meuccio Ruini. Per dirla in sintesi oggi l’attenzione per le istituzioni è una costante dell’impegno degli imprenditori italiani".
Poi, più esplicito: "Come imprenditori, auspichiamo profondamente riforme che leghino governabilità e capacità di dare voce e rappresentanza alle tante istanze che la società civile è capace di esprimere. Chiediamo regole e scelte politiche in grado di conciliare l’efficienza e l’efficacia dei comportamenti pubblici con gli stimoli all’intraprendenza, all’innovazione, alla capacità di fare, fare bene e fare del bene".