Bosco Profondo a rischio La minaccia della siccità

Maestri (cooperativa Eden): "Una crisi senza precedenti per 68mila piante. Anche quelle adulte, ormai autonome, non ricevono acqua dalle falde"

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La siccità sta mettendo a rischio un’ampia zona di ripopolazione ambientale della golena del Po. Si tratta del Bosco Profondo, da oltre 35 anni gestito e curato dai volontari della Cooperativa Eden di Guastalla, guidati dal dottor Emilio Maestri. "La nostra popolazione di 68 mila piante, che hanno trasformato pattumiere del fiume in piccoli paradisi, sta attraversando una crisi senza precedenti con la minaccia concreta della morte di un ecosistema ricostruito, finora sopravvissuto grazie a un equilibrio garantito dal lavoro del volontariato. Il Bosco Profondo, una favola reale costruita in oltre 35 anni di impegno, trasformata in un cimitero di alberi", confida Maestri.

L’estate del 2003 e quella del 2005 hanno causato perdite di oltre cinquemila esemplari: non solo le piantine più giovani ma anche numerosi esemplari adulti che, avendo raggiunto i livelli di falda con le radici, venivano considerati oramai "autonomi" perché connessi ai depositi di acque sotterranee. "La riduzione delle portate ha fatto si che da un livello idrometrico di -3,78 nel 1984, siamo arrivati a -4,11 nel 2003, a -4,51 nel 2006 fino ai -4,84 metri all’idrometrico di Boretto. Gli alberi adulti sono quindi sottoposti a uno stress idrico che diventa letale se non interverranno fenomeni atmosferici in grado di produrre un effetto significativo sui livelli di falda: questa agonia che rischia di continuare per altri due mesi potrebbe avere effetti non recuperabili", aggiunge Maestri. Solo al termine dell’estate si potrà scoprire il verdetto sul futuro del Bosco Profondo.

Antonio Lecci